Numero in formato solo testo


ISSN 1080-3521

EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY

and

CRITICAL CARE MEDICINE - Italia -

Il giornale Italiano online di anestesia Vol 7 No 5 Maggio 2002


Pubblicato elettronicamente da

Vincenzo Lanza, MD

Servizio di Anestesia e Rianimazione

Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Palermo, Italy

E-mail: lanza@mbox.unipa.it

Keith J Ruskin, MD

Department of Anesthesiology Yale University School of Medicine

333 Cedar Street, New Haven, CT 06520 USA

E-mail: ruskin@gasnet.med.yale.edu

Copyright (C) 1997 Educational Synopses in Anesthesiology and Critical Care Medicine. All rights reserved. Questo rivista on-line può essere copiata e distribuita liberamente curando che venga distribuita integralmente, e che siano riportati fedelmente tutti gli autori ed il comitato editoriale. Informazioni sulla rivista sono riportate alla fine

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In questo numero:

ATTI CONGRESSUALI ONLINE IX ESRA - ITALIAN CHAPTER CONGRESS

1 ESRA 2002 Italian Chapter - POSTERS (parte 1)

2 ESRA 2002 Italian Chapter - POSTERS (parte 2)

 

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ATTI CONGRESSUALI ONLINE IX ESRA  - ITALIAN CHAPTER CONGRESS

La redazione di Esia-Italia è lieta di presentare online gli atti del IX Congresso Nazionale ESRA (European Society of Regional Anaesthesia) - Italian Chapter, tenutosi nel Novembre 2002 a Torino.
I presidenti, il comitato organizzatore e il comitato scientifico hanno promosso questa iniziativa della pubblicazione dei lavori congressuali sul web, attraverso ESIA. Infatti da una parte essa si inscrive  tra gli scopi di costituzione del gruppo ESRA, teso alla divulgazione delle conoscenze sull'anestesia loco-regionale e alla sua sempre più ampia applicazione nei diversi settori clinici, sottolineando i concetti di "Sicurezza e Outcome" che hanno permeato l'intera attività congressuale, dall'altra si incontra con le finalità di formazione scientifica e tecnica di ESIA-ITALIA, che sfrutta le potenzialità di diffusione e l'immediatezza di approccio, proprie di Internet.
Pertanto Esia-Italia dedica alcuni suoi numeri alla pubblicazione dei lavori congressuali e delle comunicazioni migliori, riconosciute dal comitato ESRA. In ogni caso la redazione di Esia-Italia non si riterrà responsabile di errori o di omissioni ravvisabili nei testi prodotti nè dell'eventuale impropria utilizzazione delle tecniche descritte. 

 

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ESRA 2002 Italian Chapter - POSTERS (parte 1)

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1. Indicazioni all' uso del Port-A-Cath con accesso venoso periferico
Meduri E. , Rivera A. , Cionini , Ciardi A. , Pappa C. , Margaria E.

2. Dolore acuto postoperatorio in ginecologia
Meduri E. , Rivera A. , Cionini , Ciardi A. , Pappa C. , Margaria E.

3. Tecniche di scelta nell'anestesia per il paziente anziano
I. Distefano , Rivera A. , Cionini , Ciardi A. , Pappa C. , Margaria E.

4. Imponente angioma alla base della lingua: caso clinico
Palieri L. , Castelletti I. , Priolo A. , Sabbia E. , Di stefano I.

5. Sufentanil alone for intrathecal analgesia in early labour?
Andrea Cucchi

6. Analgesia epidurale nel taglio cesareo: Ropivacaina 0,5% Vs Ropivacaina 0,75%
S. Buda , G.Turchi , F. Facchini , A,Cardin , M.P. Rainaldi

7. Utilizzo della Levobupivacaina per via subaracnoidea
M.D. Chiesa , C. D'innocenzo , M. Noto , M. Piccoli , C. Mazzella

8. The postcesarean pain between closure and nonclosure of peritoneum: a randomized prospective study
Malvasi A. , Brizzi A. , Cecinati A.

9. Il Blocco del plesso brachiale con Levobupivacaina nei pazienti pediatrici
F.Scelfo , E. Lo Curto

10. Anestesia Spinale-Peridurale nel trattamento dell'incontinenza urinaria da sforzo (IUS) mediante Tension Vaginale Tape (TVT)
L. Guglielmo , M. Passafiume , R. Guarino

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INDICAZIONI ALL’USO DEL PORT-A-CATH CON ACCESSO VENOSO PERIFERICO
Meduri E., Rivera A., Cionini Ciardi A., Pappa C., Margaria E.
I e II Servizio Anestesia e Rianimazione- OIRM S. Anna -Torino

Introduzione. Agli inizi degli anni ’90 sono stati introdotti sul mercato dei sistemi di infusione innovativi. Questi sistemi impiantabili PORT-A-CATH sono concepiti per ottimizzare la possibilita’ di accesso vascolare ed endocavitario, migliorare la qualita’ di vita dei pazienti, consentire i trattamenti ambulatoriali, ottimizzare i parametri economici dei trattamenti.

Scopo del lavoro. Al fine di inserire il catetere in pazienti con inaccessibilita’ in sede centrale, viene utilizzato il PORT-A-CATH con accesso venoso periferico.
Il catetere da noi utilizzato è in poliuretano alifatico, uno dei materiali piu’ idonei per il cateterismo venoso a lungo termine. Il silastic, a parita’ di resistenza meccanica, ha pareti piu’ spesse rispetto al poliuretano (2,8 mm con calibro di 1,1 mm vs 1,9 mm con calibro di 1 mm). E’ stato inoltre osservato che gli attacchi del PORT-A-CATH sono facili da usare in sede di impianto e assolutamente sicuri nell’impedire il distacco accidentale del catetere.

Materiali e metodi. Nel nostro studio sono state prese in esame 5 pazienti che presentavano controindicazioni all’inserimento di un catetere in sede centrale (giugulare o succlavia). L’impossibilità al posizionamento di un catetere venoso centrale era dovuta in due donne alla presenza di masse linfonodali in sede cervico-toracica, in altre due ad obesita’severa, ed in una a sequele di una pregressa mastectomia. L’ utilizzo del PORT-A-CATH inserito a livello periferico permetteva l’infusione dei farmaci necessari (chemioterapia) in centrale, partendo dalla vena basilica.

Risultati e conclusioni. I dati emersi da questo studio dimostrano la necessita’, nei soggetti con una difficile via di accesso toraco cervicale, di individuare una via venosa periferica.
Questi innovativi sistemi di infusione garantiscono la somministrazione farmacologica e nutrizionale in modo semplice e sicuro in tutti i pazienti.
In questi soggetti si e’ registrata una limitazione nei movimenti dell’arto superiore incannulato; per questo motivo, si preferisce inserire il catetere venoso centrale nell’arto non dominante.
I cateteri sono stati lasciati in sede per 45 giorni in due pazienti e per oltre due mesi in tre pazienti.

 

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DOLORE ACUTO POST-OPERATORIO IN GINECOLOGIA.
Rivera A., Cionini Ciardi A., Pappa C., Margaria E. Meduri E.
I Servizio di Anestesia e Rianimazione - Ospedale OIRM Sant’Anna Torino

Introduzione - In ginecologia, dopo interventi chirurgici di varia tipologia (isterectomia, annessiectomia, ovariectomia..), il dolore post-operatorio si presenta con un’incidenza elevata: ritroviamo una sintomatologia algica importante in piu’ del 50% delle pazienti.
L’approccio corretto al paziente nel post-operatorio e’ quello che prevede un piano di analgesia multimodale.

Materiali e metodi - Nel nostro studio sono state valutate 34 pazienti degenti presso il reparto di Ginecologia I Clinica dell’Ospedale S. Anna di Torino sottoposte ad interventi addominali di diverso tipo: isterectomie (70.7%), exeresi di cistoma ovarico (11.7%), miomectomia e salpingectomia (17.6%). L’anestesia è stata eseguita tramite induzione con propofol (3mg/kg) e mantenimento con propofol, N2O, fentanyl o remifentanil.
Il controllo dell’ intensità algica delle pazienti nel post-operatorio è avvenuto tramite l’uso della scala VAS; grazie alla collaborazione medico-infermieristica è stato eseguito, per ogni paziente, un attento controllo ogni ora, per le prime 48 ore.
Sulla base della presenza e dell’intensità del dolore è stata quindi intrapresa una terapia personalizzata mediante la somministrazione di un FANS (ketorolac con un dosaggio massimo di 3 fl da 30mg) come prima soluzione, seguita eventualmente dalla somministrazione di buprenorfina nel caso in cui il valore dell’intensità algica, secondo la scala VAS, fosse ancora superiore a 4.
In questo modo è stato possibile attuare un buon controllo sulla sensazione dolorosa delle pazienti preservandole dalle complicanze legate all’eccessiva somministrazione di FANS.

RIsultati - Nel 59% delle 34 pazienti il dolore post-operatorio ha richiesto terapia antalgica mentre nel 41% delle pazienti la VAS non ha superato il valore soglia di 4 (gruppo trattato con fentanyl durante la narcosi). La prima manifestazione dolorosa, che ha reso necessario il trattamento famacologico, si e’ presentata mediamente intorno alla seconda ora.
Abbiamo valutato che l’intensita’ media del dolore post-operatorio che necessita di sedazione e’ di 7 punti nella scala VAS (max 10, min 5). Lo studio sulle pazienti di Ginecologia ha evidenziato inoltre che l’approccio terapeutico rivela una massima utilita’ nelle prime 24 ore: si passa da una media di 2,5 somministrazioni per paziente nelle prime 24 ore per arrivare ad un carico medio totale di 3.5 (per paziente nelle intere 48 ore) somministrazioni. Il dolore diminuisce di circa 5 punti, passando da un valore medio di 7 ad uno di 2: questo dimostra l’efficacia farmacologica della terapia.
I dati forniti dalla farmacia dell’Ospedale confermano l’utilità di questo tipo di terapia anche da un punto di vista economico dimostrando una drastica diminuzione del consumo di Buprenorfina nei reparti.

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TECNICHE DI SCELTA NELL’ANESTESIA PER IL PAZIENTE ANZIANO.
I. Distefano, A. Rivera, A. Cionini Ciardi, C. Pappa,E. Margaria
I Servizio di Anestesia e Rianimazione OIRM Sant’Anna Torino

Introduzione - Con il trascorrere degli anni in tutti i paesi industrializzati si è assistito ad una progressiva rettangolizzazione della curva della sopravvivenza e questo si traduce con un progressivo invecchiamento della popolazione. Ovviamente il fenomeno si registra anche in Italia dove di conseguenza la fascia dei pazienti con età superiore ai sessantacinque anni è diventata cospicua, e negli anni futuri continuerà ad acquistare sempre un maggior peso. Nasce quindi la necessità di prestare sempre maggiore attenzione al trattamento e alla gestione di questi pazienti che non sono semplicemente degli adulti "invecchiati", ma individui con caratteristiche peculiari, per le quali si devono modificare taluni approcci e procedure di natura medica ed anestesiologica.

Scopo del lavoro - Il fisiologico invecchiamentodell’individuo comporta un cambiamento nella costituzione dei tessuti e nell’omeostasi degli apparati dell’organismo e questo si ripercuote anche sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica. Quindi per un corretto trattamento dei pazienti geriatrici è necessario porre l’adeguata attenzione a questi dettagli per nulla irrilevanti.Con questo lavoro si è voluto valutare i risultati delle variazioni delle tecniche anestesiologiche in relazione al trattamento della paziente anziana.

Materiali e metodi - La casistica per l’elaborazione del lavoro è stata raccolta all’Ospedale Sant’Anna di Torino su pazienti ginecologiche ricoverate presso la 1^Clinica Universitaria. Nello studio sono state considerate centocinquanta donne, di età compresa fra i venti e gli ottanta anni, suddivise in sei fasce di età. Di ognuna sono stati registrati: l’età, il tipo di intervento ed il tipo di anestesia praticata; inoltre durante il periodo perioperatorio è stata effettuata la monitorizzazione dei parametri vitali quali la pressione indiretta e la diretta (cruenta), la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria,la saturazione in ossigeno, la quantità di anidride carbonica espirata e la temperatura corporea. Successivamente sono state poste a confronto la fascia di età dai quaranta ai sessantaquattro anni versus quella dai sessantacinque ai novant’ anni, al fine di cogliere le eventuali differenze nella scelta dell’ anestesia praticata e nella gestione della paziente nel post-operatorio.

Risultati - Dallo studio è emerso che per le donne di età superiore ai sessantacinque anni, compatibilmente con il tipo di intervento praticato, l’anestesia loco-regionale si è dimostrata maggiormente tollerata rispetto all’anestesia generale, con migliore stabilità dei parametri vitali durante l’intervento chirurgico, e con buona gestione della paziente sia durante il periodo intraoperatorio che durante il periodo postoperatorio, con particolare riferimento all’assenza di complicanze cardiache, respiratorie e compromissione cognitiva. Inoltre si è potuto riscontrare anche una marcata diminuzione dell’entità degli effetti indesiderati postoperatori connessi all’anestesia generale. In effetti le donne anziane riferivano spesso una modesta sensazione di nausea e pochissimi episodi di vomito e di non meno importanza, il ripristino della canalizzazione avveniva in tempi molto più brevi.

Conclusioni - Nonostante non sia ancora emerso dagli attuali studi in corso una effettiva diminuzione di mortalità e morbilità e di minor insorgenza di disfunzioni neurologiche nel post-operatorio, in stretta relazione al tipo di anestesia praticato nella paziente geriatrica, attualmente, per migliorare l’ outcome della paziente, si è propensi al praticare sempre con minor frequenza, ove possibile, l’anestesia generale, privilegiando l’uso dell’anestesia periferica (peridurale, spinale o combinata) con eventuale sedazione. Questo tipo di anestesia permette inoltre di gestire il dolore post-operatorio, evitando la somministrazione di farmaci analgesici.

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Imponente angioma della base della lingua: caso clinico.
Palieri L., Castelletti I., Priolo A., Sabbia E., Distefano I.
I Servizio di Anestesia e Rianimazione Ospedale S.Anna Torino

Nel maggio del 2002, all’ Ospedale S. Anna di Torino, viene ricoverata una donna di 48 anni per metrorragie anemizzanti che non rispondono a terapia farmacologia ormonale. L’intervento proposto è un’isterectomia addominale in anestesia generale. L’anestesia generale è problematica per la presenza di un voluminoso angioma venoso a partenza dalla base della lingua, che rende a rischio l’intubazione tracheale. L’ECODOPPLER evidenzia una formazione di aspetto angiomatoso, situata al di sotto della mandibola ed in regione parafaringea, numerosi vasi di aspetto venoso irregolari per calibro e decorso nel cui lume si osserva flusso assai rallentato. Negli anni le dimensioni dell’angioma sono aumentate, e al momento del ricovero è presente estrusione con spostamento vestibolare dei denti dell’arcata superiore.
Vengono consultati i chirurghi vascolari che sconsigliano qualsiasi intervento poiché la sua natura venosa ne impedisce il trattamento. La consulenza degli otorinolaringoiatri conferma l’elevato rischio di rottura dell’angioma in corso di intubazione. L’indice di Mallampati viene valutato di grado IV, con l’impossibilità di visualizzare anche il palato molle. Gli anestesisti, a cui viene sottoposto il caso clinico, propongono di effettuare l’intervento in anestesia combinata evitando così un’intubazione a rischio.
L’anestesia è stato eseguita con la tecnica combinata:
1. Rachianestesia con 3 ml di bupivacaina 0,5% iperbarica
2. Peridurale con 50 gamma di fentanyl
L’intervento viene portato a termine senza complicanze; l’utero asportato era fibromiomatoso, del peso di 2,050 kg.

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Sufentanil alone for intrathecal analgesia in early labour?
Andrea Cucchi
Servizio di Anestesia Polispecialistica e Terapia del Dolore
Istituto Policlinico San Donato, San Donato Milanese

PURPOSE: To evaluate the effect of adding 1 mg of bupivacaine to intrathecal sufentanyl (5mgs) on the duration of analgesia and to examine if the local anesthetic at this dose has any bearing on the duration and quality of block.

METHODS: Forty parturients ( ASA I) in early labour received combined spinal epidural (CSE) analgesia to evaluate a) the effect of adding 1 mg of bupivacaine to intrathecal (IT) sufentanyl 5 microg on the duration of analgesia and b) the effect of baricity of intrathecal local anesthetic on the duration and quality of the block.
Patients were randomly allocated to receive: IT sufentanyl 5 microg plus normal saline (Group suf, n=22), IT sufentanyl 5 microg plus plain bupivacaine 1 mg (Group suf+pb, n=10) and IT sufentanyl 5 microg plus heavy bupivacaine 1 mg (Group suf+hb, n=8). The two components of the IT injectate (total of 2 mL) were given randomly.

RESULTS: Group suf+hb had the lowest sensory dermatomal block by thermic contact (T7 vs T4 (Group suf), T5 (Group suf+pb), P <0.01). There were no differences in the duration of analgesia and incidence of side effects among the groups. Neonatal outcome was equal. The motor blockade ( Bromage score) and pain relief ( VAS) were similar althougt the satisfaction was higher in sufentanyl group related to able to walk.

CONCLUSION: We found no advantage of adding 1 mg bupivacaine to sufentanyl 5 microg. and,at this dose, the baricity of bupivacaine has no effect on the duration of analgesia.

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ANESTESIA EPIDURALE NEL TAGLIO CESAREO: ROPIVACAINA 0.5% vs ROPIVACAINA 0.75%
S.Buda,G.Turchi,F.Facchini,A.Cardin,MP.Rainaldi.
Azienda Ospedaliera di Bologna Policlinico S.Orsola-Malpighi Dipartimento di Anestesia Rianimazione Terapia Intensiva e Terapia Antalgica Unità Operativa Complessa Anestesia Rianimazione Baroncini

La Ropivacaina allo 0.5% utilizzata per l'anestesia epidurale nel taglio cesareo ha dimostrato possedere onset,durata ed estensione del blocco simili alla Bupivacaina 0.5% (1).Con la Ropivacaina allo 0.75% risulterebbe migliorata la qualità del blocco epidurale ma potrebbe verificarsi anche una eccessiva e non necessaria alta diffusione dell'anestetico locale (2). In questo studio abbiamo valutato l'efficacia e la sicurezza della Ropivacaina impiegata allo 0.5% e allo 0.75% in associazione al Sufentanil per il Taglio Cesareo in epidurale in pz a termine ASA I. Nel gruppo A (15 pz) il blocco epidurale è stato eseguito con Ropivacaina 0.5% 20 ml. più Sufentanil 10 mcg;nel gruppo B (15 pz) è stata utilizzata Ropivacaina 0.75% 15 ml. più Sufentanil 10 mcg;nel gruppo C (15 pz) Ropivacaina 0.75% 20 ml più Sufentanil 10 mcg.

Risultati - L'onset time è stato significativamente più lento nel gruppo A (R.0.5%). Otto pz. del gruppo A (53.3%) hanno avuto discomfort intraoperatorio leggero (p<0.05).Il blocco motorio registrato a due ore dall'intervento è regredito in tutte le pz del gruppo A mentre 2 pz del gruppo B e 1 pz del gruppo C hanno conservato un blocco motorio di grado 1 regredito completamente dopo tre ore (Tabella 1).

Tabella 1 Caratteristiche Blocco Epidurale(ANOVA,Chi-Quadro test)

  A B C  
Onset time(min.) 23(3.7) 19.1(2.9) 18.6(3) p<0.05
Discomfort intraop 53.3% 13.3% 6.6% p<0.05
Blocco motorio 0 2 (13.3%) 1(6.6%) ns
Ipotensione 60% 40% 80% ns
Efedrina(mg) 9.6(3) 8.6(12.4) 24.6(18.3) p<0.05
T1 blocco 0 0 0  

La stabilità circolatoria è stata più pronunciata nei gruppi A e B mentre nel gruppo C si è osservato un consumo medio di efedrina significativamente maggiore.In nessun gruppo il blocco epidurale si è esteso oltre il I dermatomero toracico.La qualità dell'anestesia espressa come grado di soddisfazione della pz è stata significativamente maggiore nei gruppi B(93%) e C(87%).

Conclusioni
La somministrazione epidurale di Ropivacaina 0.75% 15ml in associazione a 10 mcg di Sufentanil è risultato il dosaggio ottimale per la realizzazione di un blocco epidurale T4 -S5 nel taglio cesareo.

Bibliografia
1. Edward Crosby MD et al.Comparison of epidural anaesthesia with ropivacaine 0.5% and bupivacaine 0.5% for Caesarean section.Can J Anaesth 1998;45:11 pp1066-1071
2. L.Irestedt et al.Ropivacaine 7.5mg/ml for elective Caesarean section.A clinical and pharmacokinetic comparison of 150mg and 187.5mg.Acta Anaesthesiol.Scand 1997;41:1149-1156

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Autori: M.D. Chiesa, C. D'Innocenzio, M. Noto, M. Piccoli, C. Mazzella - ASL Napoli 1, P.O. CTO, Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, Direttore dr. R. Pelella

LEVOBUPIVACAINE IN SUBARACHNOIDEAL ANAESTHESIA: CLINICAL STUDY ON 50 PATIENTS

The levobupivacaine, an S(-) isomer of the bupivacaine, appears to be safer than its racemic form, showing the same potency in analgesia. We used the drug at a dose of 15 mg levobupivacaine 15%, for subarachnoideal anaesthesia in 50 patients, undergoing elective major lower limb surgery, evaluating the sensory and motor block onset time, the extent of surgical anaesthesia, the offset time , as well cardiac and respiratory parameters commonly monitored. We obtained, in all patients, a complete and prolonged anaesthesia, without any serious side effect.

OBIETTIVI
La L-bupivacaina presenta una ridotta cardio- e neuro-tossicità e minore incidenza di reazioni indesiderate, mantenendo l'efficacia clinica della forma racemica. Obiettivo di questo studio è riferire sulla nostra esperienza clinica, relativa a 50 pazienti sottoposti a chirurgia elettiva maggiore agli arti inferiori.

MATERIALI E METODI
Lo studio, in aperto e non comparativo, è stato effettuato su 50 pazienti ambosessi, di età tra i 22 e gli 86 anni, ASA status variabile tra I e III, sottoposti ad interventi di chirurgia elettiva maggiore agli arti inferiori. Nostro endpoint è valutare l'onset, l'offset e la qualità dell'anestesia ottenuta utilizzando L-bupivacaina in somministrazione subaracnoidea, allo 0,5% ed al dosaggio standard di 15 mg. I pazienti, monitorizzati in continuo mediante NBP, ECG, SpO2, erano stati premedicati con Midazolam 0,05 mg/kg EV.
E' stata valutata la progressione dl blocco sensitivo utilizzando l'ice ed il pin-prick test ed identificando il tempo di comparsa della completa perdita delle sensazioni afferenti relative; l'intensità del blocco motorio è stata determinata mediante scala di Bromage modificata. Sono poi stati registrati il tempo necessario al recupero della sensibilità e della motilità dell'arto.

RISULTATI
L'onset sensitivo è risultato variabile tra i 4 ed i 12 minuti, mentre il blocco motorio totale si è registrato tra i 5 ed i 14 minuti, accompagnato da un adeguato rilasciamento muscolare e da anestesia chirurgica valida. Il blocco sensitivo-motorio è stato considerato adeguato per tutti i pazienti, permettendo di condurre l'intervento senza l'ausilio di altri farmaci. Il blocco sensitivo ha avuto una durata variabile tra le 4,30 e le 7 ore; quello motorio, più breve, tra le 3,30 e le 5,30. Irrilevanti sono state le alterazioni cardiovascolari registrate, e non si  è avuta la comparsa di eventi avversi correlati alla somministrazione di L-bupivacaina.

CONCLUSIONI
La L-bupivacaina ci ha permesso di raggiungere livelli di analgesia ottimali negli interventi effettuati, in gran parte ad inserimento di protesi o riprotesizzazione. Il livello di blocco sensitivo e motorio, il rilasciamento muscolare e la qualità globale dell'anestesia sono risultati soddisfacenti nella totalità dei pazienti. Il monitoraggio, iniziato con la preanestesia e durato fino a 12 ore dopo l'inizio dell'intervento, non ha messo in evidenza alcun evento avverso, e le variazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa si sono mantenute, per tutti 50 soggetti, all'interno dei limiti fisiologici.

BIBLIOGRAFIA
1. McLeod GA, Burke D. Levobupivacaine. Anaesthesia 2001; 56(4):331-41.
2. Burke D, Kennedy S, Bannister J. Spinal anesthesia with 0,5% s-levobupivacaine for elective lower limb surgery. Reg Anaesth Pain Med 1999; 24:519-23.
3. Gristwood RW, Greaves JL. Levobupivacaine: a new safer long acting local anaesthetic agent. Expert Opin Invest Drug 1999 June; 8:861-76.

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THE POSTCESAREAN PAIN BETWEEN CLOSURE AND NONCLOSURE OF PERITONEUM: A RANDOMIZED PROSPECTIVE STUDY

MALVASI A.*, BRIZZI A., CECINATI A. - · Department of Obstetrics. · Department of Analgesia end Anesthesia · Clinica Santa Maria .BARI. ( Italy).

OBJECTIVE: To compare the intensity of post-operative pain in cesarean section ( c.s.) between closure and nonclosure of peritoneum in patients with a transverse abdominal incision ( Pfannenstiel and Joel-Cohen laparotomies) and one repeat c.s. To compared the incidence of post-operative adhesions in repeated c.s. with open and closed peritoneum.

STUDY DESIGN: The setting was an Obstetrics Unit of a Private Hospital. A double- blind randomised study was performed in 127 pregnant women with a transverse laparotomy and one previous c.s. who underwent elective repeated c.s., with combined anesthesia. The study group of this prospective randomised study consisted of 63 women each were allocated to the "closure" group and 64 in the "nonclosure" group. The principal outcome measure was the postcesarean pain assed by visual analog scale VAS ).During repeat c.s.,special attention was given to the presence or absence of adhesions to the anterior low abdominal wall and the bladder or the uterus.

RESULTS: There was no difference in post-operative pain for closure and nonclosure of peritoneum groups in repeated c.s. patients: wile resting P=0.7),wile moving in bed (P=0.92), and wile walking (P=0.50).The use of opiate (P=0.24) and oral analgesic (P=0.38) also suggest no difference. No differences were found in duration of the c.s.,postoperative complications, time of returned bowel function, and length of the hospital stay. Follow-up has show no intraperitoneal adhesions, compared to c.s. with closed and open peritoneum.

CONCLUSION: The VAS showed no difference in postcesarean pain between closure and nonclosure of peritoneum. Our results indicate that nonclosure of the peritoneum at primary c.s. does not promote intraabdominal adhesions. This appears to the beneficial for the repeat c.s. The most important elements for an early hospital discharge are combined spinal-epidural block, reduction of intraperitoneal manouvres and reduction of post-operative pain.

REFERENCES

HOLT R. O., DIEHL S. J., WRIGHT J. W.: Station and cervical dilatation at epidural placement in predicting cesarean risk. Obstet. Gynecol. 93(29: 281-284;1999.

MALVASI A., BALDINI D., TRAINA V.: Post-cesarean sonographic evaluation of subfascial hematoma in Joel-Cohen and Pfannenstiel laparotomies: 5 years of experience. Ultrasound Obstet. Gynecol.16 (Suppl 1): 99-100; 2000.

MALVASI A., BRIZZI A., PICCINNI O., TRAINA V.: Spinal anesthesia in the repeat "quick cesarean section" and early dismissal. Prenatal and Neonatal Medicine. 5(S.1)- F74:72;2000.

SEGAL S., SU M., GILBERT P.. The effect of a rapid change in availability of epidural analgesia on the cesarean delivery rate: A meta-analysis. Am. J.Obstet. Gynecol. 183:974-978;2000.

MALVASI A., TOTARO P., CASIERO I., TRAINA V.: Sonography of bladder flap hematoma in cesarean section with open and closed peritoneum: a prospective randomized study. Ultrasound Obstet. Gynecol. 16 (Suppl 1):56;2000.

CHANRACHAKUL B., HAMONTRI S., HERABUTYA Y.: A randomized comparison of postcesarean pain between closure and nonclosure of peritoneum.Eur. J. Obstet. Gynecol. Reprod. Biol. 10: 101(1) 31-35;2002.

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IL BLOCCO DEL PLESSO BRACHIALE CON LEVOBUPIVACAINA NEI PAZIENTI PEDIATRICI.

(F.SCELFO, E.LO CURTO - II° SERVIZIO DI ANESTESIA E RIANIMAZIONE, ARNAS CIVICO PALERMO.)

Introduzione: Scopo di questo lavoro è dimostrare l'efficacia della Anestesia Loco-Regionale(ALR)nella chirurgia dell'arto superiore nei pazienti in età pediatrica. Ci sono opinioni contrastanti circa l'uso dell'ALR nei suddetti pazienti anche se l'applicazione di tale tecnica è in rapida crescita grazie ai vantaggi in termini di sicurezza ed efficacia.

Materiali e metodi: Lo studio è stato condotto su 20 pazienti di età compresa tra 0-12 anni nelle S.O. della divisione di Chirurgia Plastica e Centro Ustioni dell'ARNAS Civico di Palermo. Abbiamo trattato le seguenti patologie: ustioni, traumi, neoformazioni dell'avambraccio e/o della mano. I bambini sono stati suddivisi in due fasce di età (<6 anni e >6 anni):quelli della prima fascia sono stati premedicati preferenzialmente con Ketamina i.m.(4-5 mg/Kg), quelli della seconda fascia con Midazolam e.v.(0,15-0,20 mg/Kg). Dopo incannulazione venosa si è proceduto alla esecuzione del blocco del plesso brachiale per via ascellare, utilizzando aghi Vygon 23G e 35mm collegati con elettrostimolatore Plexival della Medival;come anestetico locale è stato utilizzato la Levobupivacaina alla dose di 1,25-2 mg/Kg. L'Onset del blocco sensitivo è stato circa di 6-7 minuti mentre l'Onset del blocco motorio di circa 8-10 minuti.

Risultati: In tutti i piccoli pazienti l'analgesia è stata ottima tanto da non richiedere farmaci supplementari. Pressione arteriosa e frequenza cardiaca si sono sempre mantenute costanti per tutta la durata dell'intervento, sovrapponibile ai valori iniziali.L'analgesia si è prolungata anche nel periodo post-operatorio. Quanto detto è stato valutato nei bambini più grandi (>6 anni) con l'uso della Numeric Rate Scale (NRS 0-10), mentre nei più piccoli (<6 anni) con la Scala Punteggio Obiettivo (OPS).

Conclusioni: Secondo la nostra esperienza i blocchi periferici nella chirurgia dell'arto superiore nei pazienti pediatrici sono da preferire all'anestesia generale perchè più sicuri ed economici.

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L'ANESTESIA SPINALE-PERIDURALE NEL TRATTAMENTO DELL'INCONTINENZA URINARIA DA SFORZO (IUS) MEDIANTE TENSION VAGINALE TAPE (TVT)

L.Guglielmo, M.Passafiume, *R.Guarino
Servizio di Anestesia e Rianimazione,
*Servizio di Ostetricia e Ginecologia Ospedale Buccheri La Ferla FBF Palermo

Introduzione: Il trattamento chirurgico dell'incontinenza urinaria da sforzo mediante TVT necessita della piena collaborazione intraoperatoria della paziente per dare la giusta tensione alla benderella posizionata in zona medio uretrale. Numerosi sono i protocolli anestesiologici 1 proposti ed utilizzati ma non sono state descritte esperienze con l'anestesia combinata spinale-peridurale (COMBI). Scopo del nostro studio era quello di valutare l'efficacia della COMBI nel trattamento,tramite TVT, della IUS associataad ipermobilità uretrale .

Materiali e Metodi: 30 pazienti di ASA I-II, non premedicate ,venivano sottoposte ad un' anestesia combinata spino-peridurale che prevedeva l'iniezione, a livello di L4-L5, di 5 mg di ropivacaina per via spinale seguita dal posizionamento a livello peridurale di un catetere attraverso la stessa via rachidea (tecnica dell'ago dentro l'ago). Attraverso il catetere peridurale veniva iniettato un bolo di 4-6 ml di ropivacaina 0.2% in caso di prolungamento della durata dell'intervento chirurgico o di discomfort della paziente. Alla fine dell'intervento alla paziente veniva richiesto di quantizzare il dolore ed il comfort operatorio (posizionamento, ansia) su una scala visivo-analogica (VAScomfort=1 massimo comfort,VAS 10=massimo discomfort). La medesima scala veniva utilizzata per valutare l'opinione del chirurgorispetto alla collaborazione ottenuta dalla paziente nell'eseguire lo stress test (VAScollaborazione=1 massima collaborazione,VAS 10=minima collaborazione).

Risultati: L'età media delle pazienti era di 53.1± 7.2. Il livello di blocco anestetico raggiungeva T12 ± 2 segmenti. Il VAS relativo al dolore durante le manovre chirurgiche era pari a 1.83 ± 0.83, mentre quello relativo al comfort era di 1.89 ± 0.83. Il VAS riferito dal chirurgo relativo alla efficacia dello stress test era di 1.94 ± 1.06. In 8 pazienti (26.6%) fu necessario effettuare un bolo supplementare epidurale per completare l'anestesia. Non vi furonocomplicanze perioperatorie relative alla procedure anestesiologiche e chirurgiche .

Commento: Sebbene la TVT venga classificata come intervento di chirurgia minore la scelta dell'anestesia riveste un importanza fondamentale. Non sempre infatti l'anestesia locale o le altre tecniche di anestesia normalmente utilizzate risultano soddisfacenti per la paziente o per il chirurgo. Deve infatti essere garantito un piano anestetico ottimale associato al minor blocco motorio possibile del piano perineale e dell'addome per consentire alla paziente di compiere efficacemente le manovre di ponzamento. La COMBI in questo studio mostrava un elevato profilo di qualità per lapaziente e per il team operatorio. L'efficacia antalgica e la rapidità d' azione del bolo anestetico rachideo unite alla garanzia di continuità dell'analgesia offerta dalla presenza del catetere peridurale determinavano tanto per la paziente quanto per il chirurgo le condizioni ideali per eseguire efficacemente questo tipo di procedura chirugica.

BIBLIOGRAFIA

1. Wang AC.Randomized comparison of local versus epidural anestesia for tension-free vaginal tape operation. J Urol. 2001 Apr; 165(4):1177-80

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