Traduzione in lingua italiana autorizzata dalla Società Americana di Terapia Intensiva SCCM

| Parte 1 | Tabella 1 |

Critical Care Services and Personnel: Recommendations Based on a System of Categorization Into Two Levels of Care
Servizi e Personale della Medicina Critica:  Raccomandazioni basate su un sistema di categorizzazione in due livelli di cura 

Collegio Americano di Medicina Critica della Società Americana di medicina Critica

Obiettivi: Raccomandare servizi ospedalieri e adeguamento del personale per offrire cure ottimali ai pazienti critici. Sono indicate le necessità per gli ospedali con esaurienti risorse e per quelli con risorse limitate. 

Risorse dei dati: a) Opinioni di consenso di medici, infermieri e farmacisti di terapia intensiva; e b) linee guida pubblicate di argomenti organizzativi e amministrativi riguardanti l'erogazione di cure intensive da parte di medici e infermieri, l'approccio farmacologico al paziente critico e la diagnostica per immagini e di laboratorio nella gestione del paziente critico.

Conclusioni: Combinando gli sforzi e l'esperienza di specialisti di terapie intensive multidiscipplinari, queste linee guida forniscono una traccia per la quale ospedali di varie risorse possono ottimizzare la terapia dei pazienti critici. (Crit Care Med 1999; 27:422–426)

Parole chiave: servizi di terapia intensiva; personale di terapia intensiva; linee guida; livelli opsedalieri di cura

I criteri per ricoverare i pazienti critici nelle unità di terapia (ICU) in base all'età, alla diagnosi e alla gravità della malattia sono spesso difficili e complicati da considerazioni politiche ed economiche, uniche per ogni particolare reparto di terapia intensiva ospedaliero. Le caratteristiche dell'ICU devono essere determinate comunque da: a) popolazione assistita da quella struttura; b) vicinanza e servizi forniti dagli ospedali vicini e c) numero e specialità dei medici dello staff ospedaliero. Per esempio, un grosso centro medico deve avere varie ICU separate e ognuna specializzata in un dato settore. I piccoli ospedali possono essere forniti di una sola ICU designata alla cura di una larga varietà di pazienti critici. Le unità intermedie di cura o di grado inferiore, presenti in alcuni ospedali, possono provvedere a una più efficiente distribuzione delle risorse per quei pazienti di cui la malattia critica richiede un minore uso di attrezzature di monitoraggio e di personale rispetto ad una ICU altamente equipaggiata. Sebbene le ICU differiscano da ospedale ad ospedale, tutte hanno la responsabilità di fornire servizi e personale che assolvano alla cura ottimale dei pazienti critici. Quando le risorse sono limitate, gli ospedali hanno la responsabilità di provvedere a un sicuro trasferimento del paziente critico in strutture adeguate.

Nel 1988, la Società Americana di Medicina Critica (SCCM) pubblicò le Raccomandazioni per i servizi e il personale per l'erogazione delle cure mediche in ambiente di terapia intensiva (1). Anni più tardi la stessa società elaborò le Linee guida per la categorizzazione dei servizi di terapia intensiva in due livelli di cura, in modo da contenere le differenze regionali di risorse (2). Questo documento cerca di combinare queste precedenti linee guida,  per indirizzare la qualità delle cure per i pazienti critici non solo negli ospedali con risorse esaurienti ma anche negli ospedali con risorse limitate. I punti di vista in questa pubblicazione si basano su una aggiornata letteratura e sulla opinione consensuale di esperti nel campo della medicina critica. Questi esperti includono medici, infermieri, farmacisti, farmacologi e terapisti della respirazione.

Queste raccomandazioni si applicano negli ospedali che si occupano primariamente di pazienti critici adulti. Gli ospedali che trattano i bambini critici dovrebbero sottostare a linee guida separate, riguardo alle richieste di servizi e personale, pubblicate dalla SCCM in collaborazione con l' Accademia Americana di Pediatria (3). La cura dei pazienti pediatrici critici ma anche la cura di pazienti con problemi altamente specialistici, come le emergenze peri-partum, le lesioni spinali, le ustioni, sono di competenza di unità specifiche all'interno dell'ospedale o vanno indirizzate all'esterno con trasporto a strutture adeguate.

DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI CURA
La definizione dei livelli di cura, dalla cura estensiva alla limitata, è necessaria per ottenere il più efficiente uso delle risorse in una data regione geografica. Ogni ospedale dovrebbe precisare i suoi obiettivi nel rispetto dei limiti dei servizi di terapia intensiva che può erogare. Questi obiettivi rifletterebbero la missione complessiva dell'ospedale ed evidenzierebbero i bisogni regionali per i servizi di terapia intensiva.

Queste linee guida propongono due livelli di cura:

1. Livello I - Unità di cura per pazienti critici complicati che necessitano di una continua disponibilità di attrezzature sofisticate, infermieri specializzati e medici con addestramento per terapia intensiva. Queste unità sono suddivise in Livello 1A (accademico) e Livello 1C (generale). Sebbene tutte le unità di Livello 1 provvedano ad una esauriente cura intensiva, l'unità di livello 1A ha in più un compito accademico. Di conseguenza, il Livello 1A (accademico) richiede un impegno aggiuntivo da parte dello staff clinico per la formazione e la ricerca nel campo della medicina critica.

2. Livello II - Unità che hanno risorse limitate nel provvedere alla cura intensiva delle comunità che assistono. Mentre queste unità possono essere in grado di garantire una alta qualità di cura per i pazienti con danno di un singolo organo, accordi di trasferimento devono essere pianificati per quei pazienti con problemi complessi o altamente specialistici. Gli standard descritti per gli ospedali di livello 2 in queste linee guida rappresentano standard minimi richiesti per la cura dei pazienti con patologie critiche. 

La cooperazione tra ospedali e professionisti all'interno di una data regione è essenziale per garantire l'appropriato numero di unità di livello 1 e di livello 2. Una duplicazione dei servizi potrebbe portare ad una sottoutilizzazione delle risorse, a un ridotto sviluppo delle capacità tecniche del personale clinico e a un aumento dei costi. Una discussione dettagliata sull'importanza della regionalizzazione dei servizi di terapia intensiva è stata portata avanti dal Collegio Americano di Terapia Intensiva (4). I governi statali e federali sarebbero stati incoraggiati a far rispettare una appropriata distribuzione dei servizi di terapia intensiva entro una regione e a partecipare allo sviluppo di politiche di riferimento e di trasferimento.Gli standard per i trasferimenti tra un servizio e l'altro con riferimento a leggi locali e federali sono stati delineati in una pubblicazione ottenuta dalla collaborazione della SCCM con l'Associazione Americana degli Infermieri di Terapia Intensiva (5).

La Tabella 1 riassume le raccomandazioni per i servizi e il personale delle Unità di Livello I e di Livello II.

REFERENZE 
1. Task Force on Guidelines, Society of Critical Care Medicine: Recommendations for services and personnel for delivery of care in a critical care setting. Crit Care Med 1988; 12:809–811
2. Task Force on Guidelines, Society of Critical Care Medicine: Guidelines for categorization of services for the critically ill patient. Crit Care Med 1991; 19:279–285
3. American Academy of Pediatrics and the Guidelines/Practice Parameters Committee of the American College of Critical Care Medicine, Society of Critical Care Medicine: Guidelines and levels of care for pediatric intensive care units. Crit Care Med 1993; 21:
1077–1086
4. Regionalization of Critical Care Medicine: Task force report of the American College of Critical Care Medicine, SCCM. Crit Care Med 1994; 22:
1306–1313
5. Guidelines Committee of the American College of Critical Care Medicine; Society of Critical Care Medicine and American Association of Critical-Care Nurses Transfer Guidelines Task Force: Guidelines for the transfer of critically ill patients. Crit Care Med 1993; 21:
931–937
6. Guidelines Committee, Society of Critical Care Medicine. Guidelines for granting privileges for the performance of procedures in critically ill patients. Crit Care Med 1993; 21:292–293
7. Guidelines Committee, Society of Critical Care Medicine. Guidelines for the definition of an intensivist and the practice of critical care medicine. Crit Care Med 1992; 20:540–542
8. Carlson RW, Weiland DE, Srivathsan K: Does a full-time 24-hour intensivist improve patient care and efficiency? Crit Care Clin 1996; 12:525–551
9. Carl L: Nursing criteria for trauma center site review. Journal of Emergency Nursing 1983; 9:74–77
10. Dasta JF, Jacobi, J, Armstrong DK: Role of the pharmacist in caring for the critically ill patient. In: The Pharmacologic Approach to the Critically Ill Patient. Third Edition. Chernow B (Ed). Baltimore, Williams & Wilkins, 1994, pp 156–166
11. Chuang LC, Suttan JD, Henderson JP: Impact of the clinical pharmacist on cost saving and cost avoidance in drug therapy in an intensive care unit. Hospital Pharmacy 1994; 29:215–221
12. Weil MH, Michaels S, Puri V, et al: The stat laboratory. Am J Clin Pathol 1981; 76:34–42
13. Salem M, Chernow B, Burke R, et al: Bedside diagnostic testing: Its accuracy, rapidity, and utility in blood conservation. JAMA 1991; 2226:
382–389


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*Membri del Gruppo di Studio: Marilyn T. Haupt, MD, FCCM (Principal Author); Carolyn E. Bekes, MD, FCCM; Robert W. Bayly, MD, FCCM; Richard J. Brilli, MD, FCCM; Linda C. Carl, RN; Michael N. Diringer, MD, FCCM; Dennis M. Greenbaum, MD, FCCM; Judith Jacobi, PharmD, FCCM; Michael S. Jastremski, MD, FCCM; Stanley A. Nasraway, MD, FCCM; Diana L. Nikas, RN, MN, FCCM; W. Eric Scott, MD, FCCM; Antoinette Spevetz, MD, FCCM; James R. Stone, MD, FCCM; Jonathan Warren, MD, FCCM; Suzanne K. Wedel, MD, FCCM.

Queste linee guida sono state sviluppate dal Collegio Americano di Terapia Intensiva della Società Americana di terapia Intensiva e successivamente revisionate dal Consiglio della Società. Le opinioni quivi espresse riflettono l'opinione ufficiale della Società Americana di terapia Intensiva.

Questo progetto è stato supportato dal Collegio Americano di Terapia Intensiva della Società Americana di Terapia Intensiva.

Nota dell'Editore: Come le precedenti linee guida pubblicate in questo giornale, queste linee guida non sono state sottoposte a tradizionale revisione magistrale. Vedi Crit Care Med 1991; 19:137 and 1992; 20:447.

Queste Indicazioni Pratiche e l'insieme delle Linee Guida e delle Indicazioni pratiche della Società Americana di terapia Intensiva possono essere richieste alla SCCM. Per ulteriori informazioni contattare  SCCM, 8101 East Kaiser Boulevard, Suite 300, Anaheim, CA 92808-2259. Phone: (714) 282-6056.

Riprodotto con il permesso della Società Americana di Terapia Intensiva e del Collegio Americano di Terapia Intensiva della SCCM.

Copyright © 1998 by Society of Critical Care Medicine. Riservati tutti i diritti.

Traduzione del testo conforme all'originale inglese