ISSN 1080-3521
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY
and
CRITICAL CARE MEDICINE - Italia -
Il giornale Italiano online di anestesia Vol 6 No 11 Novembre 2001
Vincenzo Lanza, MDServizio di Anestesia e RianimazioneOspedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Palermo, ItalyE-mail: lanza@mbox.unipa.it |
Keith J Ruskin, MDDepartment of Anesthesiology Yale University School of Medicine333 Cedar Street, New Haven, CT 06520 USAE-mail: ruskin@gasnet.med.yale.edu |
Copyright (C) 1997 Educational Synopses in Anesthesiology and Critical Care Medicine. All rights reserved. Questo rivista on-line può essere copiata e distribuita liberamente curando che venga distribuita integralmente, e che siano riportati fedelmente tutti gli autori ed il comitato editoriale. Informazioni sulla rivista sono riportate alla fine |
In questo numero:
ATTI CONGRESSUALI ONLINE IX ESRA - ITALIAN CHAPTER CONGRESS 2002
1 C.S.E. e Levobupivacaina in analgesia e anestesia ostetrica - A. Brizzi2 Anestetici locali: associazioni, manipolazioni, iterazioni - V. Tagariello
3 Day Surery: criteri di dimissione e outcome -Y.Leykin , M. Lucca , A. Ferramosca
4 Regional anaesthesia and vascular surgery - M. Dei Poli
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ATTI CONGRESSUALI ONLINE IX
ESRA - ITALIAN CHAPTER CONGRESS
La redazione di Esia-Italia è lieta di
presentare online gli atti del IX Congresso Nazionale ESRA (European Society of
Regional Anaesthesia) - Italian Chapter, tenutosi nel Novembre 2002 a Torino. I
presidenti, il comitato organizzatore e il comitato scientifico hanno promosso
questa iniziativa della pubblicazione dei lavori congressuali sul web,
attraverso ESIA. Infatti da una parte essa si inscrive tra gli scopi di
costituzione del gruppo ESRA, teso alla divulgazione delle conoscenze
sull'anestesia loco-regionale e alla sua sempre più ampia applicazione nei
diversi settori clinici, sottolineando i concetti di "Sicurezza e
Outcome" che hanno permeato l'intera attività congressuale, dall'altra si
incontra con le finalità di formazione scientifica e tecnica di ESIA-ITALIA,
che sfrutta le potenzialità di diffusione e l'immediatezza di approccio,
proprie di Internet.
Pertanto Esia-Italia dedica alcuni suoi numeri alla pubblicazione dei lavori
congressuali e delle comunicazioni migliori, riconosciute dal comitato ESRA. In
ogni caso la redazione di Esia-Italia non si riterrà responsabile di errori o
di omissioni ravvisabili nei testi prodotti nè dell'eventuale impropria
utilizzazione delle tecniche descritte.
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ESRA 2002 Italian Chapter - Relazioni
1 - C.S.E. e Levobupivacaina in analgesia e anestesia ostetrica
A. BRIZZI - Dirigente Servizio di Anestesia e
Rianimazione - Responsabile Servizio di
Terapia Antalgica
Clinica Santa Maria BARI
Santos nel 1999 affermava che dopo infusione di
bupivacaina, ropivacaina e levopupivacaina in
una pecora gravida, non vi era nessuna variazione emodinamica
né nella pecora né nel feto (1). Così pure Bader nello stesso anno
e nella stessa rivista concordava che i parametri farmacocinetici materni e
fetale tra bupivacaina 0,5% e levobupivacaina 0,5% somministrati in peridurale
per taglio cesareo erano simili (2) e ancora dello stesso parere era Mc
Leod a Montreal nel 2000 riferendosi ad una infusione continua di bupivacaina
o levobupivacaina in corso di travaglio di parto (3). Quando
nel 1979 Albright richiamo l’attenzione di tutti sulla tossicità cardiaca della
bupivacaina (4), dati confermati da Chestnut (5) e da Hawkins (6) nel 1997
in particolare per le pazienti ostetriche, venne rivolto l’interesse verso gli
anestetici enantiomeri: la ropivacaina e
vennero ripresi gli studi sulla levobupivacaina.
Queste due molecole sembrerebbero avere minore tossicità cardiaca della forma
racemica per eccellenza la bupivacaina, uguale o poco diversa attività clinica
e rapporto di equipotenza praticamente uguale tra bupi e levobupivacaina
(MLAC 0,083 e 0,081 rispettivamente) e una differenza del 40% tra
levobupivacaina e ropivacaina (la prima è più potente della seconda del 40%)
(7-8).
I due anestetici levogiri sono usati nello spazio epidurale in particolare in ostetricia
sia a scopo antalgico in travaglio e nel postoperatorio che anestetico
per T.C.(9-10-11-12-13) e le ricerche negli ultimi anni sono concentrate
sul confronto tra concentrazione, volumi, tossicità materno fetale ed
effetti clinici di levobupivacaina, bupivacaina e ropivacaina.
Lo spazio subaracnoideo che era terreno di conquista della bupivacaina recentemente
è stato colonizzato anche dagli anestetici levogiri sia in campo ostetrico
e non: ciò vale per la ropivacaina (14-15) che più recentemente per la
levobupivacaina per merito di Alley (16) e Glaser (17) i cui risultati dimostrano
che l’efficacia clinica di questi farmaci è sostanzialmente sovrapponibile
alla bupivacaina.
Visto che la levobupivacaina viene utilizzata con successo nello spazio subaracnoideo
e peridurale perché non pensare di usare i due blocchi in combinazione
tra loro (CSE) sia a scopo antalgico che anestetico in ostetricia?
La tecnica CSE pur essendo stata proposta per la
prima volta da Rodrinski nel 1922, solo nel
1979 fu ripresa da Brownridge per un’anestesia in corso di taglio
cesareo. Originariamente il cateterino epidurale a L1-L2 era utilizzato per
l’analgesia postoperatoria per poi eseguire una subaracnoidea a L3-L4 per
l’intervento chirurgico (18).
Successivamente la tecnica è cambiata ma anche le finalità.
Attualmente è possibile anche pungere lo stesso spazio con un solo ago che ci
consente di fare ambedue le tecniche e di fare precedere la spinale al posizionamento
del cateterino epidurale o viceversa.
Ma soprattutto sono cambiate le finalità della CSE: i due blocchi centrali non vanno
visti separatamente ma in sinergia si deve combinare per dirla con Rawal
" the rapidity density and
reliability of the subaracnoid block with the
flexibility of continuous epidural block to extend duration of analgesia
"(19).
Sembra quindi una tecnica ideale da applicare
in analgesia e anestesia Ostetrica.
Nel travaglio si ha un onset time più breve un offset più lungo, un minore blocco
motorio, tutto ciò a vantaggio della soddisfazione materna a parità di sicurezza
con la tecnica epidurale; non dimenticando comunque che la esecuzione
della CSE non è tecnicamente semplice e per questo motivo non può
essere indicata come tecnica di routine(20).
Per l’anestesia in corso di taglio cesareo
la CSE ci consente di ottenere con basse
concentrazioni di farmaci nei due spazi: minore motor block (utilissimo per
una minore nursering postoperatoria), minori effetti collaterali emodinamici
di una single-shot subaracnoidea, minore onset time rispetto alla
tecnica epidurale e maggiore possibilita di gestione del postoperatorio (21).
Ovviamente i pareri a tale proposito sono
discordanti, c’e chi ritiene che la CSE sia
uno spreco di tempo e di danaro (22) , c’è invece chi ritiene che la tecnica
sia utile a tal punto da consigliarla nelle pz. a rischio per esempio le preeclamtiche
(23) o con problemi cardiaci ( 24-25).
Noi riteniamo che sia una tecnica che non deve mancare nel bagaglio di un anestesista
ostetrico perché la utilizzerà in una percentuale molto alta.
Per quel che riguarda la scelta del farmaco è chiaro che i nuovi anestetici levogiri
la ropivacaina (7) e la levobupivacaina (8) debbano essere preferiti agli
altri almeno per la loro minore cardiotossicita, ma non solo.
Sia la levobupivacaina (17) che la
ropivacaina sono state utilizzate in spinale a
scopo anestetico (14) e in corso di travaglio (15); il loro utilizzo in
peridurale è largamente descritto in
letteratura (9-10-11-12-13); con queste premesse e vista
la versatilità di questi farmaci la tentazione di usare lo stesso farmaco,nella
CSE,sia nello spazio spinale che epidurale è grande.
BIBLIOGRAFIA
1 Santos A. et al : The placental tranfer and
fetal effect of levobupivacaine, racemic
bupivacaine and ropivacaine Anesthesiology
1999;90: 1698-703
2 Bader AM et al: Clinical effects and maternal and fetal plasma concentrations
of 0,5% epidural lvobupivacaine versus bupivacaine for caesarean
delivery Anesthesiology 1999;90:1596-501
3 Mc Leod G. et al : Fetal maternal concentrations of levobubivacaine and
bupivacaine following epidural infusion for labour analgesia
12 th World Congress Anesthesiologists Montrel 2000 P3.2 15, 98 4
Albright GA: Cardiac arrest following regional anaesthesia with editocaine
and bupivacaine Anesthesiology 1979; 51:285-7
5 Chestnut DH. Anesthesia and maternal mortality Anesthesiology
1997; 86: 273-6
6 Hawkins JL et al.: Anesthesia related deths during obstetric delivery in the
United States 1979-1990 Anesthesiology 1997;
86:277-84
7 McClure JH Ropivacaina Br. J.Anesth. 1996;
76: 300-8
8 Mc leod GA: Levobupivacaina Anesthesia
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9 Palmer CM et al.: Low dose ropivacaine for initiation of labor analgesia Anesthesiology
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10 Capogna G. et al. Relative potencies of bupivacaine and ropivacaine for
analgesia in labour Br. J. Anesth. 82:
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11 Simpson A et al.:A comparison of 0,5% levobupivacaine with 0,5%bupivacaine
for extradural anesthesia undergoing elective C.S. ESRA
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12 BurkeD. Et al.: Comparison of 0,25% levobubivacaine with bupivacaine 0,25
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Anesth. 1999; 83:750-5
13 Concery P. et al.:A comparison of levobupivacaine 0,125 with bupivacaine
0,125 epidural infusion for labour Int J.
Obst Anesth 1999; 8: 196-7
14 Kim S.: Spinal ropivacaine for C.S.: a compar. of hyperb.vs. plain Anesth.
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15 Levin A et al: Intratecal ropivacaine for labor analgesia: comparison with
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16 Alley EA et al.: Anesth. Analg. 2002;
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17 Glaser C. et al.: Levobubivacaine vs racemic bupivacaine for S.A. Anesth
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18 Brownridge P .: Central neural blockade and caesarean section. Anesth.
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19 Rawal N. et al.: The CSE technique, Textbook
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20 Russel R et al.: The dura is too vulnerable to be breached routinely in labour
Intern. J. Obstet. Anesth. 1999; 12:295-98
21 Van Zunderst MD .: CSE anesthesia tecnique in obstetrics ESRA
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22 Paech M et al .: The use of CSE anesthesia for C.S. is a waste of time
and money. Int. J of Ost. Anesth 2001; 10:
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23 Ramanatham J et al: CSE anesthesia ….in women with severe pre-eclampsia Reg.Anesth.&
Pain Medicine 2001 26:46-51
24 Pirlet M. et al.: Low dose CSE anesthesia for C.S. in a patient with peripartum
cardiomyopathy Inter. J. Obstetric Anesth.
2000; 9. 189-192
25 Shnaider R. et al.: CSE anesthesia in C.S. in a patient with peripartum dilated
cardiomyopathy Can. J. of Anesth. 2001 48:
681-3
2 - Anestetici locali: associazioni, manipolazioni, interazioni
Vincenzo Tagariello - Servizio di Anestesia e Rianimazione, Ospedale S Pietro FBF, Roma
Gli anestetici locali (AL) sono in uso clinico da oltre un
secolo, ma il meccanismo molecolare mediante il quale tali
composti alterano specifiche funzioni del tessuto nervoso,
è stato delucidato solo negli ultimi anni. Il sito di
azione principale è stato identificato nei canali del Na + ("fast" Na
+ channels), la cui struttura molecolare è stata descritta come formata da 4
subunità , ciascuna a sua volta composta di 6 eliche che attraversano più volte
la membrana cellulare. Il sito d’azione degli AL nel canale del Na + è situato all’interno dello stesso, piuttosto spostato verso
il versante intracellulare. Il raggiungimento del recettore è facilitato
per una molecola di AL nella forma non ionizzata di base
libera (blocco tonico),
poiché all’ingresso del canale vi sono cariche elettriche, mentre
la capacità di interagire è maggiore per una molecola di AL ionizzata, che
si legherà più facilmente al recettore verso il polo interno della membrana (blocco fasico
o uso-dipendente). Altri siti di azione per gli AL sulla
membrana neuronale sono attualmente riconosciuti: i cosiddetti canali
"lenti" del Na +, oggi identificati come Tetrodotoxin
(TTX)–resistant Na + channels,
i canali del K +, i canali del Calcio ed alcuni siti intracellulari
identificati come G proteine, particolarmente coinvolti in alcuni effetti collaterali degli
AL. Una così complessa rete di siti d’azione può spiegare come si siano
,di volta in volta, ricercati mezzi e/o farmaci in associazione agli AL, capaci di
esaltare alcune delle loro caratteristiche farmacologiche, oppure di
limitarne la tossicità per il SNC e verso altri organi ed apparati.
Possiamo schematicamente identificare alcune "linee" di
comportamento che i ricercatori hanno utilizzato:
Manipolazioni degli AL:
La più conosciuta e largamente utilizzata è la modifica del
pH delle soluzioni disponibili commercialmente di alcuni AL. In
particolare le soluzioni contenenti adrenalina di Lidocaina e Mepivacaina
posseggono un pH piuttosto acido , tra 3.5 e 4.5 . Questo ne limita la
velocità d’azione perchè l’ingresso nel canale del Sodio è ostacolato agli
anioni . La aggiunta di NaHCO3 modifica il pH delle soluzioni ,avvicinandolo al pK
della maggioranza degli AL, consentendo ad una maggiore quota di
base libera (AL indissociato) l’attraversamento del canale ed il
raggiungimento del sito d’azione sul versante interno del poro . Un effetto
"collaterale" della modifica del pH delle soluzioni è l’aumento della pCO2
delle soluzioni così ottenute: La CO2 diffonde molto facilmente attraverso le
membrane cellulari e facilita l’azione degli AL con un meccanismo conosciuto
come "trappola cationica". Per qualche tempo si sono anche prodotte
industrialmente soluzioni di AL ad alto contenuto di CO2 (soluzioni carbonate)
che non hanno avuto larga diffusione, principalmente per l’alto
costo. Altri esempi di manipolazione sono il riscaldamento delle soluzioni di
Bupivacaina per accelerarne l’onset time, oppure l’incapsulamento degli AL
in micelle lipidiche per prolungarne la durata, soluzione attualmente
allo studio, ma non ancora uscita dalla fase di sperimentazione farmacologica.
Altri esempi di manipolazione sono l’aggiunta di destrosio ad alta
concentrazione oppure l’uso di soluzioni acquose per modificare il Peso
Specifico delle soluzioni di Al e favorirne in tal modo la diffusione secondo
il gradiente di gravità deciso dall’operatore.
Associazioni tra AL ed altri farmaci:
Si tratta di uno ormai sterminato elenco di sostanze che, in
tempi diversi, talvolta con un forte substrato scientifico, a volte seguendo
più l’impulso di una "moda" che la documentazione evidence-based,
sono state usate allo scopo di esaltare alcune delle caratteristiche degli AL,
oppure nell’intento di limitarne alcuni degli effetti collaterali. L’elenco
seguente non vuole avere un intento esaustivo, ma semplicemente indicare alcune delle
associazioni più usate e studiate, ciascuna con uno schematico razionale
alla luce delle esperienze pubblicate.
A) Blocchi centrali
Ziconotide (SNX-111), Baclofen, Midazolam, Droperidolo
Questi farmaci sono stati tutti impiegati per via spinale in
diverse situazioni cliniche , principalmente per dolore cronico. Il droperidolo
è stato impiegato per via epidurale per il trattamento e la prevenzione del
prurito indotto dagli oppiacei spinali.
B) Blocchi periferici
C) Associazioni tra AL
E’ pratica comune tra gli anestesisti miscelare differenti
AL con la intenzione di velocizzare l’onset time di quello a più
lento sviluppo del blocco e/o prolungare la durata di quello a più rapida
scomparsa della azione anestetica. Purtroppo tale pratica non è suffragata da
una letteratura scientifica che ne confermi la efficacia e ne neghi la
eventuale pericolosità, ad esempio per una tossicità esaltata di un AL la cui
frazione libera sia incrementata a causa di una azione competitiva sui siti di
legame proteici esercitata dall’altro AL .Un lavoro interessante, sebbene
datato, riguarda la accelerazione dell’offset della bupivacaina sulle fibre del
nervo sciatico nell’animale da esperimento , determinato dal
pre-trattamento del nervo con 2-Clorprocaina. Tale effetto venne attribuito alla azione
di un metabolita non attivo della 2-CP che interferiva con l’azione
della Bupivacaina. Miscele di derivati esterici ed amidici non sono
impiegate in clinica; molte questioni rimangono aperte riguardo all’uso
di miscele di AL di tipo amidico.
Bibliografia