Numero in formato solo testo


ISSN 1080-3521

EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY

and

CRITICAL CARE MEDICINE - Italia -

Il giornale Italiano online di anestesia Vol 7 No 7 Luglio 2002


Pubblicato elettronicamente da

Vincenzo Lanza, MD

Servizio di Anestesia e Rianimazione

Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli Palermo, Italy

E-mail: lanza@mbox.unipa.it

Keith J Ruskin, MD

Department of Anesthesiology Yale University School of Medicine

333 Cedar Street, New Haven, CT 06520 USA

E-mail: ruskin@gasnet.med.yale.edu

Copyright (C) 1997 Educational Synopses in Anesthesiology and Critical Care Medicine. All rights reserved. Questo rivista on-line può essere copiata e distribuita liberamente curando che venga distribuita integralmente, e che siano riportati fedelmente tutti gli autori ed il comitato editoriale. Informazioni sulla rivista sono riportate alla fine

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In questo numero:

1 URGENZE OSTETRICHE: DISTRESS FETALE ed EMORRAGIE PERIPARTUM.
Strategie Anestesiologiche (parte 1^/3)

2 Modificazioni fisiologiche in gravidanza di interesse anestesiologico

 

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URGENZE OSTETRICHE: DISTRESS FETALE ed EMORRAGIE PERIPARTUM.
Strategie Anestesiologiche (parte 1^/3)

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G. Di Fiore
Servizio di Anestesia e Rianimazione, Ospedale Buccheri La Ferla, F.B.F. - Palermo

 

Introduzione

La gestione delle urgenze in ostetricia, quali la "sofferenza fetale", è piuttosto complessa poiché comporta il coinvolgimento di diverse figure specialistiche (anestesista, ginecologo, ostetrico e neonatologo), e l'efficacia e la qualità del trattamento dipende dal buon coordinamento di questo team. D'altra parte, però, se le conseguenze di una cattiva gestione o mancata diagnosi di un'emergenza perinatale possono essere devastanti, come un danno cerebrale permanente o una morte in utero del feto, spesso si assiste alla nascita di un feto in ottime condizioni di salute a seguito di un intervento di taglio cesareo effettuato in regime di emergenza, che di per sé espone la madre, ed ovviamente anche il feto, ad un rischio di morbilità e mortalità perioperatoria molto alto. Negli ultimi anni, diversi studi epidemiologici hanno evidenziato come la maggior parte delle encefalopatie diagnosticate nei bambini non sono correlabili ad episodi di asfissia peripartum. Se si escludono i prematuri, dal 12 al 13% di encefalopatie sono correlate a fenomeni asfittici verificatisi nel peripartum [1].

La coordinazione e l'efficacia del lavoro del team di sala parto è frequentemente ostacolata dalla aspecificità di termini utilizzati per indicare le condizioni di salute del feto (tabella 1), dalla mancanza di algoritmi comuni ben codificati da seguire per ogni specifica situazione clinica, da una terminologia vaga per stabilire il grado di urgenza ostetrica, e dalle attuali limitate capacità di valutare con certezza, in molti casi, il benessere fetale in travaglio di parto .

Allo scopo di ottimizzare le cure, sia per la madre che per il neonato, l'anestesista dovrebbe avere una buona conoscenza delle possibili emergenze ostetriche, con le diverse modalità di trattamento ed concordare con gli ostetrici la terminologia da utilizzare per descrivere una condizione di rischio per il feto. La scelta del tipo di anestesia risulterà ovviamente tanto più accurata e pertinente quanto più l'anestesista sarà in grado di valutare il reale rischio di morbidità e mortalità per il feto. Le cause di asfissia fetale nel peripartum sono elencate in tabella 2 e possono essere correlate a diverse condizioni cliniche. La valutazione combinata (es. clinico e strumentale) possono consentire di effettuare una diagnosi precoce e corretta.

Tabella 1

Il termine DISTRESS FETALE è impreciso, scarsamente definito, 
applicato in maniera indiscriminata a eventi e condizioni fetali molto differenti quali:


Anomalie cardiotocografiche
Riduzione dell'accrescimento fetale intrauterino
Oligoidramnios
Liquido amniodico con presenza di meconio
Neonato con basso Apgar score e /o pH art. ombelicale <7,2
 

Nessuna di queste condizioni ha, da sola, un significato prognostico reale: la maggior parte dei neonati con una di queste diagnosi non presenta anomalie alla nascita né a lungo termine!

L'ASFISSIA FETALE,
se prolungata nel tempo, è l'unica condizione che sicuramente determina lesioni neurologiche permanenti nel neonato o morte

 

Tabella 2 - CAUSE FREQUENTI DI ASFISSIA NEL PERIPARTUM ESEMPI
Riduzione del flusso utero placentare versante materno ipotensione
Interruzione degli scambi gassosi placentari distacco di placenta
Interruzione del flusso ematico ombelicale compressione del funicolo
Ipossia transitoria durante il travaglio in feto compromesso IUGR

Monitoraggio fetale

I metodi di valutazione del benessere fetale intrapartum (tabella 3) da soli non danno indicazioni assolute sul benessere fetale. La carditocografia rimane la principale modalità diagnostica usata intrapartum per diagnosticare una compromissione delle stato di salute del feto, attraverso la registrazione continua della frequenza cardiaca  fetale insieme all'attività contrattile uterina. In un tracciato cardiotocografico devono essere valutate:
la frequenza cardiaca basale e la variabilità. La frequenza cardiaca indica il livello medio della frequenza cardiaca fetale (almeno in 60 sec.) misurato fra due contrazioni (tabella 4 e 5). La frequenza cardiaca basale è normale quando oscilla tra 120-160 bat/min. La variabilità indica la variazione della frequenza cardiaca basale di breve durata (pochi secondi) a carattere più o meno continuo e di ampiezza diversa (tabella 6). Una variabilità a breve termine ("beat to beat") è la normale irregolarità del ritmo cardiaco dovuta all'influenza dell'attività nervosa simpatica (cardioaccelerazione) e parasimpatica (cardiodecelerazione).  Una riduzione della variabilità a breve termine può indicare ipossia cronica o precedere l'asfissia fetale. La variabilità a lungo termine fa riferimento alle variazioni di frequenza cardiaca fetale per intervalli più lunghi. La frequenza della variabilità a lungo termine è di solito fra 2 e 6 cicli per minuto. In condizioni di benessere fetale sono di solito accelerazioni rispetto alla frequenza cardiaca di base: l'assenza di accelerazioni o delle decelerazioni rispetto alla frequenza cardiaca di base sono patognomoniche di ipossia fetale. 

 Tabella 3- METODI DI VALUTAZIONE DEL FETO E DEL BENESSERE NEONATALE
DIAGNOSI
ANTEPARTUM INTRAPARTUM POSTPARTUM
PROFILO BIOFISICO CTG APGAR SCORE: è una valutazione immediatamente dopo il parto, ed è fortemente influenzata dalle condizione intrauterine, può svelare solo grossolane alterazioni fisiopatologiche
DOPPLER FLUSSIMETRIA pH SCALPO FETALE EMOGASANALISI ARTERIA E VENA OMBELICALE: da informazioni sullo stato del feto in utero (relativo al flusso utero placentare ed agli scambi gassosi); ma dei valori normali non implicano necessariamente un buon adattamento del neonato all’ambiente extrauterino.
  MECONIO BNBAS (Brazelton Neonatal Behavioral Assessment Scale) e l’ENNS (Scanlon’s Early Neonatal Neurobehavioral Scale) richiedono tempi lunghi di esecuzione, una buona esperienza per la corretta valutazione e per tale motivo sono stati soppiantati dal NACS (Neurologic and Adaptative Capacity Score) di semplice esecuzione e riproducibile. Il NACS è in grado di differenziare le cause di una depressione neonatale se legata i depressori di farmaci somministrati alla madre in travaglio di parto da quelli dovuti a trauma o asfissia neonatale. 

 

Tabella 4 - FREQUENZA CARDIACA FETALE
base
(b/min)
Variabilità
(b/min)
Periodici
cambiamenti
Normale 120-160 3-25 accelerazioni
decelerazioni precoci
Stress fetale tachicardia >3-5 decelerazioni variabili
decelerazioni tardive
(moderate->severe)
Distress fetale bradicardia assente decelerazioni variabili
decelerazioni tardive
(moderate->severe)
 
Tabella 5
CAUSE DI TACHICARDIA FETALE CAUSE DI BRADICARDIA FETALE SEVERA
Ipossia fetale
Febbre materna
Ipertiroidismo
Anemia materna o fetale
Farmaci parasimpaticolitici
Atropina
Farmaci simpaticomimetici
Ritrodina
Terbutalina
Corioamnionite
Tachiaritmia fetale
Prematurità
Prolungata compressione del funicolo
Prolasso del funicolo
Contrazioni uterine tetaniche
Blocco paracervicale
Anestesia epidurale e spinale
Convulsioni materne
Discesa rapida
Esplorazione vaginale vigorosa

 

Tabella 6 - Patterns frequenza cardiaca fetale:
cause ed interpretazione clinica

tipi di tracciato   CAUSE

INTERPRET. CLINICA

Tracciato normale    
Perdita della variabilità   multiple incerta
Decelerazioni precoci Compressione testa benigna
Decelerazioni variabili Compressione del cordone ombelicale incerta
Decelerazioni tardive con perdita della variabilità Insuffic. utero
-placentare
sfavorevole

Molti fattori interferiscono con l'interpretazione della registrazione cardiotocografica: i movimenti materni e fetali possono produrre artefatti. Durante il periodo di riposo fetale, che può durare più di 1 ora si ha una normale riduzione della variabilità della frequenza cardiaca che non andrebbe confusa con una perdita della variabilità patologica. I farmaci sedativi somministrati alla madre possono interferire con la normale variabilità della frequenza cardiaca fetale (riduzione). L'epoca di gestazione (pretermine) spesso produce un alto numero di test falsi positivi. In ogni caso, anche escludendo tutti questi fattori presi in considerazione, oltre il 20% di tutte le registrazioni cardiotocografiche  non danno la possibilità di effettuare una interpretazione univoca. In tabella 7 vengono elencati i limiti della cardiotocografia elettronica.

Tabella 7- Limiti della cardiotocografia elettronica
  • Interpretazione soggettiva
  • Utilizzazione solo di parametri fisiologici (frequenza cardiaca fetale) per la valutazione del benessere fetale
  • Alto numero di falsi positivi per asfissia fetale
  • L'alto numero di falsi positivi per asfissia fetale comporta un'alta incidenza di inutili interventi urgenti di per sè rischiosi

Algoritmi di diagnosi e trattamento del distress fetale

In caso di tracciato cardiotocografico "anomalo" l'ACOG  (American College of Obstetricians and Gynecologists) [7] raccomanda di effettuare o un prelievo dello scalpo fetale per confermare la diagnosi di sofferenza fetale od in alternativa la stimolazione acustica fetale [8] o la stimolazione manuale dello scalpo fetale [9]. In diversi studi queste ultime due tecniche hanno mostrato una buona correlazione con il pH dello scalpo fetale >=7,2 se determinano un aumento della frequenza cardiaca [8,9,10]. In caso di bradicardia fetale od improvvisa grave decelerazione è importante escludere, attraverso l'esame della cervice uterina, il prolasso del cordone ombelicale. In caso di prolasso del cordone ombelicale il medico dovrebbe tentare di sollevare la parte presentata con le dita inserite in vagina, e contemporaneamente organizzare per un taglio cesareo di emergenza. Questa tecnica risulta efficace anche in caso di prolasso occulto del cordone ombelicale. Un'altra possibile eziologia da considerare in caso di distress fetale è la rottura d'utero. L'anomalia cardiotocografica di solito è precoce, e può manifestarsi ancor prima dell'emorragia vaginale e del dolore [11]. 

Qualunque sia l'eziologia di un tracciato cardiotocografico non rassicurante, bisogna innanzitutto tentare di aumentare l'apporto di ossigeno a livello fetale continuando a monitorizzare il tracciato cardiotocografico. L'apporto di O2 al feto può essere incrementato posizionando in decubito laterale la paziente [12] e somministrando, attraverso una maschera facciale 8-10 L/min di O2.  La somministrazione di ossitocina, se presente, dovrebbe essere sospesa. La tocolisi dovrebbe essere presa in considerazione: una prima misura da attuare è l'idratazione. In seconda istanza è anche possibile somministrare farmaci betamimetici come la terbutalina (0,25mg s.c.) [13]. Se tali misure non risultano efficaci, bisogna valutare l'opportunità di effettuare un parto operativa. In questo caso, bisogna rapidamente comunicare tala decisione  a tutta l'equipe della sala parto e stabilire il grado di urgenza  (vedi tab.2 in strategia anestesiologica) 

Di seguito vengono mostrati 2 algoritmi (tab.8 e tab. 9) di diagnosi e trattamento in caso di un tracciato cardiotocografico non rassicurante

 Tabella 8 - INTERVENTO in EMERGENZA IN CASO
DI UN TRACCIATO NON RASSICURANTE

  • Chiamare aiuto
  • Somministrare ossigeno alla madre attraverso una maschera facciale
  • Modificare la posizione materna (laterale o accovacciata)
  • Somministrare un bolo di liquidi (ringer lattato)
  • Eseguire un'esplorazione vaginale e una stimolazione dello scalpo fetale
  • Se possibile, determinare e correggere le cause del tracciato
  • Considerare la tocolisi (per tetania uterina o iperstimolazione)
  • Sospendere l'infusione di ossitocina se è in corso
  • Prendere in considerazione l'amnioinfusione (per la decelerazione variabile)
  • Prendere in considerazione il taglio cesareo, e valutarne il grado di urgenza
 
Tabella 9

 

Bibliografia

  1. Truwit CL, et al. : Cerebral paltsy : MR findings in 40 patients. Am J Neuroradiol 1992; 13:67-78.
  2. Stanley FJ, Watson L. Trends in perinatal mortality and cerebral palsy in Western Australia, 1967 to 1985. BMJ 1992;304:1658-63.
  3. Committee on Obstetric Practice, American College of Obstetricians and Gynecologists. Fetal distress and birth asphyxia: ACOG committee opinion. Int J Gynaecol Obstet 1994;45:302.
  4. Herbert CM, Boehm FH. Prolonged end-stage fetal heart rate deceleration: a reanalysis. Obstet Gynecol 1981;57:589-93.
  5. Odendaal HJ, Steyn W, Theron GB, Norman K, Kirsten GF. Does a nonreactive fetal heart rate pattern really mean fetal distress? Am J Perinatol 1994;11:194-8.
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  7. American College of Obstetricians and Gynecologists. Fetal heart rate patterns: monitoring, interpretation, and management. Technical bulletin 207--July 1995. Int J Gynaecol Obstet 1995;51:65-74.
  8. Smith CV, Nguyen HN, Phelan JP, Paul RH. Intrapartum assessment of fetal well-being: a comparison of fetal acoustic stimulation with acid-base determinations. Am J Obstet Gynecol 1986;155: 726-8.
  9. Clark SL, Gimovsky ML, Miller FC. The scalp stimulation test: a clinical alternative to fetal scalp blood sampling. Am J Obstet Gynecol 1984;148:274-7.
  10. Cohen WR, Schifrin BS, Doctor G. Elevation of the fetal presenting part: a method of intrauterine resuscitation. Am J Obstet Gynecol 1975;123:646-9.
  11. Steiger RM, Nageotte MP. Effect of uterine contractility and maternal hypotension on prolonged decelerations after bupivacaine epidural anesthesia. Am J Obstet Gynecol 1990;163:808-12.
  12. Carbonne B, Benachi A, Leveque ML, Cabrol D, Papiernik E. Maternal position during labor: effects on fetal oxygen saturation measured by pulse oximetry. Obstet Gynecol 1996;88:797-800.
  13. Hofmeyr GJ. Betamimetics for suspected intrapartum fetal distress. In: Neilson JP, Crowther CA, Hodnett ED, Hofmeyr GJ, eds. Pregnancy and childbirth module of the Cochrane Library [database on disk and CD-ROM]. The Cochrane Collaboration. Issue 1. Oxford: Update Software, 1998. Updated quarterly.