XV. Risveglio
    - Nessun piano dazione
        può essere applicabile ad ogni situazione. Fattori quali
        unintubazione iniziale difficile, lo stomaco pieno,
        un aneurisma clampato invece di uno non clampato, un
        edema postoperatorio delle vie aeree conseguente a
        chirugia del collo, o una riduzione dei riflessi di
        protezione a causa un tumore, possono tutti condizionare
        la pianificazione delle modalità di risveglio.
- Manovra di Valsalva:
            - Il chirurgo può
                verificare lintegrità della dura con una
                manovra di Valsalva a 35 cm H2O. Se il paziente
                non è profondo o completamente curarizzato è
                possibile che tossisca. Un aumento graduale di
                pressione sul pallone respiratorio può
                contribuire a modificare questa probabilità.
 
- Sequenza di risveglio #
        1 (estubazione a paziente profondamente addormentato):
            - Una delle
                tecniche di estubazione, descritta da Newfield e
                Cottrell, consiste nellestubare il paziente
                in un piano molto profondo di anestesia, in
                respirazione spontanea e supportando la
                ventilazione, in attesa che il Forane venga
                eliminato. Questa tecnica può complicarsi per la
                possibilità che la CO2 salga con ipertensione
                arteriosa secondaria e per la necessità di un
                supporto prolungato della ventilazione.
                    - Uno dei vantaggi di
                        questa tecnica è che non è necessario
                        usare N20. Nei pazienti con insufficienza
                        respiratoria il N20 potrebbe provocare
                        ipossiemia.
- Lestubazione ha
                        di solito luogo senza che il paziente
                        tossisca e senza ipertensione, almeno allinizio.
- Linfusione per
                        il controllo pressorio dovrebbe essere
                        perfettamente collegata alla linea venosa
                        e pronta a partire quando il tubo
                        endotracheale viene rimosso.
 
 
- Sequenza di risveglio #
        2 (risveglio graduale):
            - Mantenere il
                TOF a una risospta di 1 su 4 finchè non vengano
                tolti i fermatèli. Il paziente viene supportato
                dal ventilatore proprio fino alla fine; a questo
                punto, sospendendo il forano, il Train of Four
                solitamente cambia rapidamente salendo da una
                risposta di 1/4 a  4/4. E necessario
                controllare frequentemente il TOF.
- Quando si
                comincia a chiudere la braccia chirurgica, per
                terminare l'intervento, iniziare a normalizzare
                la temperatura e la PaCO2 del paziente.
                    - Una
                        temperatura significativamente inferiore
                        a 35° può rendere lestubazione
                        rischiosa.
                            - Ricordare
                                che la principale determinante
                                della temperatura corporea è la
                                temperatura ambiente. Non esitare
                                a chiedere di alzare il
                                termostato ambientale.
 
- Se lultimo
                        emogas è lontano dal momento dell'estubazione,
                        farne un altro. E possibile che la
                        ETCO2 non abbia più lo stesso rapporto
                        di prima con la PaCO2. Porsi come
                        obiettivo una PaCO2 di 40mmHg o forse un
                        po più alta. Lincapacità di
                        normalizzare la CO2 può lasciare alla
                        fine dellintervento un paziente che
                        respira ma agitatissimo.
 
- Uneventuale
                infusione di tiopentone va sospesa quando il
                chirurgo inizia a chiudere. La sua eliminazione
                può richiedere parecchie ore.
- La sospensione
                del Forane e dellinfusione di fentanest va
                personalizzata in funzione del paziente e del
                chirurgo.
                    - Il
                        fentanest si sospende di regola durante
                        la chiusura della dura. Questa procedura
                        va modificata in base alla propria
                        valutazione della quantità totale di
                        fentanest già somministrata e alla
                        velocità di chiusura del chirurgo. Nella
                        maggior parte dei casi, provate a
                        sospendere il fentanest circa 45 minuti
                        prima dellestubazione.
- Il
                        forano si sospende lentamente facendo in
                        modo che la concentrazione di fine
                        espirazione al momento dellestubazione
                        sia inferiore a 0.1. Un aumento del
                        flusso di gas freschi accelera leliminazione
                        del forano.
 
- Con la chiusura
                del forano sale di solito la pressione arteriosa.
                E importante prevenire questo effetto. Non
                aspettare che la pressione aumenti troppo.
                    - Il
                        farmaco di primo impiego è il labetalolo.
                            - Le controindicazioni
                                sono il broncospasmo e i blocchi
                                di conduzione cardiaca.
 
- Se la
                        frequenza cardiaca rallenta troppo o la
                        risposta al labetalolo è inadeguata,
                        passare allidralazina. E
                        possibile somministrare lidralazina
                        a intervalli inferiori a quelli
                        classicamente prescritti di 20 minuti,
                        però bisogna essere prudenti. Se gli
                        intervalli sono troppo brevi la dose
                        accumulata può manifestare i suoi
                        effetti in maniera inaspettata.
                            - La
                                pressione prima dellestubazione
                                dovrebbe essere un po
                                inferiore a quella che vorreste
                                fosse al momento dellestubazione.
- Il
                                mancato effetto dellidralazina
                                lascia a disposizione il
                                trimetafano (arfonad) o il
                                nitroprussiato (nipride). La dose
                                totale di idralazina somministrata
                                prima di passare agli altri
                                farmaci, dipende di solito dalla
                                velocità con cui la pressione
                                sale e dal tempo che manca alla
                                fine dellintervento. L'Arfonad
                                e il Nipride dovrebbero essere
                                stati preparati prima e pronti
                                per essere infusi attraverso una
                                linea venosa dedicata in un
                                liquido compatibile di diluizione.
- Il
                                miglior indicatore di profondità
                                dellanestesia è il
                                capnografo. Un uso giudizioso
                                degli oppiacei può contribuire a
                                regolare la profondità dellanestesia.
                                100 mg di lidocaina i.v. (in un
                                adulto di 70 kg) possono essere
                                utilizzati per prevenire la
                                risposta simpatica allestubazione
                                e dovrebbero impedire che il
                                paziente tossisca per circa 5-15
                                minuti. Una dose insufficiente di
                                fentanest di mantenimento al
                                momento dellestubazione
                                risulterà probabilmente in un
                                paziente che "salta".
                                Una miscela di propofol e
                                alfentanil può venir impiegata
                                in boli per approfondire lanestesia.
                                Circa mezzo ml di ciascuno
                                costituisce una buona scelta.
 
 
- Se il
                capnografo non segna un'attività respiratoria
                spontanea del paziente sufficiente, e non sono
                visibili "incisure da curaro" a
                dispetto di una concentrazione di fine
                espirazione di forano inferiore a 0,1 e di una
                PaCO2 adeguata, si può dedurre deducetene che
                forse i livelli di fentanest sono relativamente
                alti. Praticamente la sola cosa da fare a questo
                punto è tentare di eliminare più forano.
- Il
                miorilassante viene antagonizzato dopo la
                rimozione dei fermatèli.
                    - Aspirare
                        prima di antagonizzare. Rimuovere il
                        sondino oro-gastrico e lo stetoscopio
                        esofageo.
- Questa
                        sequenza è modificata dalla quantità di
                        fentanest somministrata. Se il paziente
                        è profondamente addormentato,il
                        miorilassante può essere antagonizzato
                        subito dopo la rimozione dei fermatèli.
                        Se il paziente si trova in un piano di
                        anestesia leggera, somministrare ancora
                        oppiacei, lidocaina o propofol prima di
                        antagonizzare. Il capnogramma è una
                        buona fonte di informazioni circa il
                        livello degli oppiacei. Questo però non
                        è vero se la CO2 non è stata
                        normalizzata. Assicuratevi di distinguere
                        bene tra le oscillazioni cardiogeniche e
                        le "incisure da curaro". 
                            - Se
                                prima dellestubazione il
                                paziente deve essere messo supino,
                                bisognerà decidere se
                                antagonizzare prima o dopo il
                                riposizionamento del paziente.
- Dopo
                                la rimozione dei fermatèli e in
                                corso di medicazione, il chirurgo
                                farà compiere numerose rotazioni
                                alla testa. In questa fase sono
                                molto probabili salti e colpi di
                                tosse.
 
 
- Una volta
                antagonizzato il miorilassante, il paziente viene
                di solito staccato dal ventilatore. Ricordarsi di
                aprire la valvola espiratoria. Nella maggior
                parte dei casi il paziente comincerà a ventilare
                spontaneamente senza aver bisogno di una CO2 alta.
                    - Evitare
                        di comprimere con troppa energia il
                        pallone dopo aver antagonizzato i
                        miorilassanti. Si potrebbero scatenare
                        dei colpi di tosse. Evitare anche di
                        usare lo stimolatore neuromuscolare e di
                        aspirare la trachea, se esiste la
                        possibilità che il paziente si muova.
 
- Prima di
                chiudere il N2O, assicuratevi che il paziente sia
                pronto per lestubazione. Le secrezioni
                possono rendere molto difficile la rimozione del
                cerotto dal viso. Scollatene una parte in
                anticipo, cosicchè vi sarà più facile
                rimuoverlo rapidamente al momento giusto.
                    - Se il
                        paziente è ad alto rischio di
                        aspirazione, aspettate il completo
                        ricupero del TOF prima di chiudere il N2O.
                        A volte il risveglio è molto rapido dopo
                        la chiusura del N2O. Considerare questa
                        possibilità nel caso di pazienti obesi e
                        di quelli che avevano abbondante quantità
                        di liquido gastrico al momento dellintroduzione
                        del sondino.
 
- E
                arrivato il momento di sedersi e di fare il meno
                possibile. Se il paziente non tossisce,
                lasciatelo in pace. Maggiore è la quantità di N2O
                che può essere eliminata prima del risveglio,
                tanto più liscia andrà lestubazione.
                Bisogna avere cura che nemmeno gli altri in sala
                operatoria tocchino il paziente. Non aspirare più,
                a meno che non sia indispensabile (vomito).
                    - Un
                        controllo del TOF a questo punto può
                        essere problematico. La stimolazione può
                        far "saltare" il paziente. Un
                        antagonismo incompleto ha le sue tipiche
                        conseguenze.
 
- Un volume
                corrente di 300 è un buon obiettivo cui mirare
                prima del risveglio. Quando il momento della
                verità arriva, dovete essere pronti con maschera
                e siringa. Prendete nota del volume e della
                frequenza ventilatoria. Se la ventilazione è
                adeguata chiedere dolcemente al paziente: "Dica
                il suo nome e apra gli occhi". Se tutto è a
                posto il paziente aprirà gli occhi. Sgonfiate la
                cuffia e ritirate il tubo. Ricordate che latto
                di sgonfiare la cuffia provoca di solito dei
                colpi di tosse. Mentre togliete il tubo
                comprimete dolcemente il pallone, in modo che il
                primo atto respiratorio del paziente sia unespirazione
                e non aspiri inavvertitamente delle secrezioni.
 
- Il risveglio non
        ottimale.
            - Chiamate il
                paziente per nome e non succede niente:
                    - Se il
                        paziente non era completamente sveglio
                        all'induzione, non lo sarà probabilmente
                        nemmeno al risveglio.
- I
                        farmaci responsabili di questo sonno
                        prolungato sono il tiopentone, il
                        fentanest e forse la lidocaina. Anche una
                        bassa temperatura corporea può
                        contribuire a un sonno prolungato.
                            - Se
                                gli atti respiratori sono più di
                                12, allora è probabile che il
                                problema non dipenda dal
                                fentanest.
                                    - Piccole
                                        dosi di naloxone sono
                                        probabilmente indicate.
                                        Provate con piccoli boli
                                        di 50 mcg a intervalli di
                                        2-3 minuti finchè
                                        cominciate vedere degli
                                        atti respiratori.
 
- La
                                miglior cosa da fare è dare al
                                paziente più tempo.
 
- Oltre a
                        chiamare il paziente per nome, può
                        essere indicata un'intensificazione
                        graduale della stimolazione.
- La
                        decisione di lasciare il paziente
                        intubato è individuale. I punti chiave
                        includono: capacità di mantenere la
                        ventilazione spontanea e la pervietà
                        delle vie aeree (riflessi delle vie aeree
                        attenuati? Antagonismo incompleto con
                        insufficienza della tosse?)
 
- Il paziente
                inizia a "saltare" prima di essere
                sveglio.
                    - Questo
                        succede spesso quando il pazienye è
                        stimolato prima dell'eliminazione del N2O.
                        Se non respira a fondo, non tentate di
                        stimolarne la ventilazione aspirandolo né
                        chiamandolo per nome.
- Una
                        rimozione prematura del tubo
                        endotracheale può provocare
                        laringospasmo. Il fatto di lasciare il
                        tubo in trachea può provocare problemi
                        intracranici. Il laringospasmo è un
                        evento raro in un adulto sottoposto ad
                        anestesia basata sugli oppiacei.
- La
                        decisione di rimuovere il tubo o
                        ricorrere a farmaci per far smettere il
                        paziente di "saltare", deve
                        essere presa individualmente.
 
 
- Estubazione del
        paziente con probabile edema delle vie aeree.
            - Interventi
                prolungati sulla colonna cervicale con trazioni
                sulla trachea possono causare edemi che dopo l'estubazione
                interferiscono con la ventilazione. Esempi di
                tali interventi includono la corpectomia
                anteriore e qualsiasi caso di lunga durata.
- Subito dopo l'intubazione
                accertarsi che esista una perdita d'aria quando
                la cuffia viene sgonfiata. Se alla fine dell'intervento
                è possibile dimostrare la stessa perdita, allora
                non c'è seriamente da preoccuparsi per un
                eventuale edema. La preoccupazione è anche
                minore se il paziente è in grado di respirare
                attorno al tubo dopo che la cuffia è sgonfiata.
   
            - Nei pazienti
                con insufficienza ventilatoria e incapaci di
                tollerare alti livelli di N2O prendere in
                considerazione la possibilità di finire l'intervento
                in propofol invece che in N2O. Provate con la
                PEEP prima di abbandonare il N2O. Di solito
                alcuni cm di PEEP (per es. 10 cm) non saranno
                sufficienti a provocare un aumento della
                pressione intracranica.
 
 
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