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Valutazione del benessere fetale in gravidanza ante-partum

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M. Catania - Unità Operativa di Ostetricia: G. Vegna
Ospedale Buccheri La Ferla - F.B.F. - Palermo

 

Non esistono a tutt'oggi metodi validi che accertino il benessere fetale, o meglio che  escludano  i segni di ipossia tali da compromettere l’outcome neonatale.
La valutazione del benessere fetale  in travaglio si avvale di:

cardiotocografia classica

pH-metria

pulsiossimetria

Cardiotocografia classica:
La cardiotocografia è una metodica che consente di registrare in maniera continua la frequenza cardiaca fetale, l'attività contrattile uterina e, correlandole tra loro, è finalizzata a svelare precocemente situazioni di allarme connesse a condizioni di sofferenza fetale.Tutte le donne in travaglio che afferiscono al nostro Reparto vengono sottoposte ad un monitoraggio continuo mediante cardiotocografia (CTG), allo scopo di potere intervenire subito se dovesse insorgere un insulto ipossico durante il travaglio. Purtroppo non esiste oggi nessuna metodica che ci dia la certezza che i feti che abbiano mostrato qualche segno di sofferenza non possano poi avere dopo la nascita i segni dell'encefalopatia ipossica, anche se talune statistiche hanno dimostrato che il 50-70% delle paralisi spastiche e di altri danni neurologici sono da attribuire a danni che agiscono prima dell'inizio del travaglio  ( paralisi cerebrale).
In un tracciato cardiotocografico devono essere valutate:
frequenza cardiaca basale: livello medio della frequenza cardiaca fetale (almeno 60 sec.) misurato fra due contrazioni. La frequenza cardiaca basale è normale quando oscilla tra  120-160 batt/min.

Le variazioni della fcb si definiscono:

  1. Tachicardia: fcb maggiore 160 batt/min.: è indice di iperpiressia materna, uso di farmaci beta mimetici, ipossia fetale transitoria (stimolazione sist.ortosimpatico fetale).

  2. Bradicardia: fcb minore 120 batt/min.

    1. cronica: per riduzione della frequenza del nodo seno-atriale con circa 100-110 batt/min.;  è frequente nelle gravidanze oltre il termine;

    2. acuta:riduzione della fcf rispetto alla liena di base della durata di almeno 5 min.: è in genere segno di insulto ipossico.

Variabilità: variazione della frequenza cardiaca basale di breve durata (pochi secondi) a carattere più o meno continuo e di ampiezza diversa a seconda dei casi: e' modulata dalle influenze sul cuore fetale del sistema nervoso autonomo

In base all'ampiezza delle oscillazioni si distinguono 4 tipi di tracciato:

Saltatorio: ampiezza delle oscillazioni maggiore di 25 batt/min. Indica verosimilmente un sovraccarico dei centri regolatori della fcf come si può verificare per alterazioni circolatorie non molto accentuate ma ripetute e persistenti (ad esempio compressione parziale del funicolo).  

Ondulatorio: ampiezza 10-25 batt/min.E’ il tracciato fisiologico.  

Ondulatorio ristretto: ampiezza 5-10 batt/min. Indica riduzione della capacita' di reazione dei centri regolatori della fcf (periodi di sonno inferiori a 20min, azione di farmaci depressivi, iniziale danno asfittico).  

Silente: ampiezza inferiore a 5 batt/min.  

E’ quasi sempre espressione di un danno asfittico,in questa situazione la fcf è regolata quasi esclusivamente dai centri cardiaci  intrinseci
Accelerazioni: variazioni della fcf rispetto alla linea di base in cui si ha un incremento di 15 battiti per almeno 15 secondi. Possono essere sporadiche o presentarsi in corrispondenza di contrazioni o movimenti attivi fetali

Decelerazioni: riduzioni della fcf di durata relativamente lunga  (da 20 sec a 60 sec.) che, in rapporto alle contrazioni, possono essere: 

  1. precoci: iniziano e terminano contemporaneamente alla  contrazione sono benigne ed indicano compressione della testa fetale con stimolazione dei centri vagali. 

  2. tardive: iniziano con un certo ritardo rispetto all'inizio della contrazione uterina, la loro durata supera quella della contrazione stessa. Hanno un significato prognostico sfavorevole anche quando sono di ampiezza ridotta e diventano allarmanti se associate a perdita della variabilità e a tachicardia; sono anche segno di ipotensione della donna se in posizione supina.

  3. variabili: iniziano e terminano in modo variabile rispetto alla contrazione uterina e sono verosimilmente espressione di disturbi nella circolazione sanguigna a livello del funicolo. 

Contrazioni:

E’ opportuno  valutare l'entità', il ritmo e la durata delle contrazioni uterine per un'adeguata gestione del travaglio.

IPOCINESIA contrazioni ritmiche ma di scarsa entità

IPERCINESIA contrazioni subentranti

IPERTONO contrazioni di durata superiore a 60-90 secondi

 

Segni cardiotocografici non rassicuranti
  • comparsa isolata di uno dei tre tipi di variabilità anomala (oscillatorio ristretto, silente, saltatorio)
  • comparsa di almeno tre decelerazioni patologiche nello spazio di 30 minuti(decelerazioni tardive o variabili)
  • frequenza basale instabile con variazioni superiori a 40 batt/min per la durata di 40 min
  • tracciato sinusoidale caratterizzato da un' aumentata variabilità a breve termine con frequenza che oscilla sopra e sotto la linea di base con cicli di 4-8 minuti
  • tachicardia o bradicardia continua

 

In caso di elementi sospetti al CTG occorre fare alcuni tentativi per rimuovere la causa: 

1) fare cambiare posizione alla gravida  

2) esplorazione vaginale per escludere il prolasso del funicolo  

3) sospendere infusione di ossitocina  

4) somministrare ossigeno al 100% in maschera facciale ed idratare

5) eventuale tocolisi con betamimetici 

 

Rischi della tocolisi:

tachicardia materna e fetale, riduzione del potasso sierico, iperglicemia materna ed ipoglicemia neonatale;  

Benefici della tocolisi:

 migliora la perfusione dello spazio intervilloso,rallenta le 
contrazioni uterine, riduce la compressione sul funicolo, 
migliora l'ossigenazione e il pH fetale

 

pH-metria

La pH-metria consiste nell'effettuazione di un microprelievo di sangue dalla cute dello scalpo fetale mediante amnioscopio. 

 vantaggi

permette di avere un dato fedele dello stato di ossigenazione fetale.

limiti

  • manovra invasiva
  • può essere applicabile a travaglio avanzato per la(necessità di dilatazione che permetta l'introduzione di un amnioscopio nel collo dell'utero 
  • presenza di membrane rotte
  • inficiato da liquido tinto
  • necessità di valutazioni seriate

 

Pulsiossimetria

L'ossimetria pulsata è una metodica di recente acquisizione in ostetricia che consente di monitorare il benessere fetale durante il travaglio di parto in maniera costante ("real time") e diretta attraverso la misurazione della saturazione di O2 nel sangue fetale. Questa tecnica si avvale di un saturimetro costituito da un monitor e da una sonda che viene posizionata sulla guancia del feto.

 

Un modello per definire una relazione causale fra eventi acuti in travaglio e la paralisi cerebrale: una dichiarazione internazionale di consenso

Alastair MacLennan for the International Cerebral Palsy Task Force

Premessa del presidente
Nel 1997 il comitato della Società Perinatale di Australia e Nuova Zelanda ha finanziato una speciale iniziativa per raccogliere la moderna letteratura riguardante le cause della paralisi cerebrale e per tentare di definire un modello oggettivo, basato sulle evidenze. Lo scopo era la migliore identificazione dei casi di paralisi cerebrale con particolare attenzione al tempo dell'insorgenza della neuropatia ed al tempo del suo manifestarsi nel periodo perinatale. Recentemente ci sono stati molti progressi in varie aree scientifiche collegate alla paralisi cerebrale; perciò questa revisione multidisciplinare può avvantaggiarsi della ricerca sulle cause e sulla prevenzione della paralisi cerebrale e può aiutare quelli che offrono la loro opinione di esperti quando sono chiamati per una consulenza o per una perizia in tribunale.

L'apposito gruppo di lavoro era aperto a ognuno che potesse dare un proprio contributo scientifico alla comprensione del problema. Il gruppo di lavoro era rappresentativo di un ampio schieramento di specialità cliniche e scientifiche. Contributi furono richiesti ai 1000 membri della Società, che comprende scienziati, patologi, ostetrici, neonatologi, ostetriche, infermieri neonatali, ed epidemiologi. Contributi internazionali furono richiesti alle persone identificate nella letteratura corrente per aver contribuito alla ricerca in questo campo. Questi non furono selezionati in base alle loro opinioni, e furono invitati a collaborare con il corrispondente gruppo di lavoro. Alcuni membri internazionali si aggiunsero in seguito, appena seppero che questo dibattito aperto era in corso.

Durante il 1997 ed il 1998 furono tenute molte conferenze elettroniche, e nel marzo 1998 molti membri del gruppo di lavoro poterono partecipare all'incontro di lavoro ad Alice Springs (Australia) per discutere la quarta bozza della dichiarazione. Bozze della dichiarazione sono circolate e sono state discusse. La sesta bozza è stata discussa in una conferenza telefonica internazionale nell'ottobre 1998. Il documento è stato riscritto otto volte fino ad ottenere il consenso. Nessun’opinione è stata esclusa dal dibattito, ma la dichiarazione comprende solo le discussioni con una solida base scientifica e basate su informazioni verificabili. Tutti i membri convengono che ci saranno aggiornamenti nei prossimi anni, quando saranno pubblicate altre informazioni. Si spera che altri ricercatori internazionali daranno contributi alle prossime dichiarazioni. La bozza finale della dichiarazione è stata inviata ai collegi professionali ed alle società scientifiche ai quali appartengono i membri del gruppo di lavoro. Fino ad oggi nessuno degli organismi sopra citati ha negato il supporto alla dichiarazione o ha disconosciuto il contenuto finale. La tabella 1 elenca gli organismi professionali che hanno sostenuto la dichiarazione al momento della pubblicazione.

Il consenso è stato ottenuto con qualche difficoltà in 2 aree. La prima riguarda la validità delle immagini neurologiche nel determinare retrospettivamente il preciso momento di inizio, la patologia, o la causa delle anomalie viste nelle immagini. Il gruppo di lavoro aspetta la pubblicazione di dati forti, usando i criteri suggeriti nel suo modello, per definire un evento ipossico acuto in travaglio e per stabilire quali quadri di immagini neurologiche rappresentano l'esito dell’ipossia in travaglio. Queste immagini devono essere diverse da quelle che si vedono per cause croniche di asfissia e da quelle dovute a cause di paralisi cerebrale non legate all'asfissia per aiutarci a stabilire se il danno è avvenuto in travaglio o no.

La seconda area di discussione riguarda la terminologia, ed in particolare è stata dibattuta l'espressione "condizione non rassicurante del feto". Questa è stata preferita all'espressione "sofferenza fetale" perché i segni clinici male predicono la compromissione del feto e l'uso della seconda espressione può incoraggiare trattamenti non appropriati.
Il gruppo di lavoro riconosce che alcuni casi di paralisi cerebrale hanno probabilmente origine in travaglio. Definire questi casi dovrebbe aiutare a focalizzare la ricerca sulle molte cause prenatali di paralisi cerebrale e sulla loro prevenzione, per fare quanto si fa per prevenire l'asfissia in travaglio, che è stato l'obiettivo maggiore fino ad ora.

Introduzione
Una nuova comprensione delle origini della paralisi cerebrale ha recentemente modificato la vecchia convinzione che la maggior parte dei casi di paralisi cerebrale ha origine in travaglio. Ci sono molte cause, fra cui anomalie di sviluppo, malattie metaboliche, disordini autoimmuni o della coagulazione, ed infezioni, oltre al trauma ed all’ipossia (asfissia) che possono riguardare i feti ed i neonati. Gli sforzi per identificare le possibili cause della paralisi cerebrale richiedono la conoscenza di molte discipline.

Contrariamente alle precedenti convinzioni e conclusioni, gli studi clinici epidemiologici indicano che nella maggior parte dei casi gli eventi che portano alla paralisi cerebrale accadono nel feto prima dell'inizio del travaglio, o al neonato dopo la nascita. Nel caso clinico specifico è però difficile determinare quali segni indicano le cause che hanno contribuito all’evento sfavorevole. Ciò è particolarmente vero prima del parto, quando i test clinici usati per stabilire il benessere fetale si basano su misure indirette e sono generalmente inadeguati per verificare la funzione cerebrale del feto.

Il problema per il caso individuale è che è molto difficile identificare retrospettivamente le cause prenatali di paralisi cerebrale. D'altro canto un danno ipossico (asfissia) durante il travaglio può essere sospettato da molti segni clinici, nessuno dei quali è specifico per il danno ipossico e che quindi potrebbe riflettere altre condizioni del feto. Combinando alcuni di questi segni clinici con alcune indagini oggettive si può accertare l'ipossia in modo più affidabile. Il momento dell'inizio dell'ipossia prima o durante il travaglio richiede ulteriori prove, che sono discusse in questa dichiarazione.

Terminologia
Il gruppo di lavoro riprende una precedente affermazione di consenso che i termini "sofferenza fetale" ed "asfissia" non sono appropriati nella pratica clinica. Quest’opinione è sostenuta dall'American College of Obstetricians and Gynecologists e dalla Society of Obstetricians and Gynaecologists of Canada. Il termine "sofferenza fetale" dovrebbe essere sostituito dal termine "condizione non rassicurante del feto per…", seguito dalla descrizione dei segni clinici o dai test, che hanno portato a quella conclusione - per esempio, acidosi fetale patologica, definita dal pH nell'arteria ombelicale inferiore a 7.0.

Il termine asfissia è definito sperimentalmente come un difetto di scambio gassoso respiratorio, accompagnato dallo sviluppo di acidosi metabolica. E' solitamente riservato a situazioni sperimentali, in cui questi cambiamenti possono essere accuratamente provati. Nel contesto clinico l'asfissia fetale è definita dall’ipossiemia progressiva e dall’ipercapnia con una significativa acidosi metabolica. In pratica la progressione di questi cambiamenti può essere difficile o impossibile da accertare. Quando è possibile, si dovrebbe differenziare questi fattori in base al momento della comparsa; si definiscono fetali o prenatali se appaiono prima dell'inizio del travaglio, intraparto se avvengono in travaglio fino alla completa espulsione del bambino, e neonatali se avvengono dopo la nascita. Il termine asfissia perinatale può essere usato quando il momento di comparsa è incerto. I fattori possono essere anche descritti come acuti o cronici, ed anche come continui od intermittenti.

L'encefalopatia neonatale è una sindrome clinicamente definita, che riguarda una disfunzione neurologica nel bambino nato a termine o presso il termine, che si manifesta durante la prima settimana dopo la nascita con la difficoltà ad iniziare ed a mantenere la respirazione, depressione del tono e dei riflessi, alterato livello di coscienza e spesso convulsioni. E' meno chiaro quali segni clinici indicano una disfunzione neurologica nei bambini molto prematuri. Abbiamo scelto di non usare la diagnosi di encefalopatia ischemica ipossica in questo modello perché l'ipossia e l'ischemia non sono state spesso dimostrate e sono state dedotte da markers clinici che non riflettono accuratamente né l'ipossia né l'ischemia, che siano acute o croniche.

Più del 75% dei casi di encefalopatia non hanno segni clinici di ipossia in travaglio.

Problemi nel definire la causa ed il momento di insorgenza della neuropatia all'origine della paralisi cerebrale

La paralisi cerebrale, che è caratterizzata da un non progressivo e anormale controllo dei movimenti o della postura, è diagnosticata mesi o anni dopo la nascita. Una revisione retrospettiva dei dati della gravidanza spesso non serve a dimostrare alcun’ovvia causa prenatale perché lo sviluppo e il funzionamento del cervello fetale non possono attualmente essere visualizzati o monitorizzati rutinariamente. Complicazioni che avvengono nel periodo prenatale sono comuni ed importanti cause di paralisi cerebrale. Studi epidemiologici suggeriscono che in circa il 90% di casi l'ipossia in travaglio non potrebbe essere la causa della paralisi cerebrale e che nel rimanente 10% segni in travaglio compatibili con un dannosa ipossia possono avere avuto origine prima o durante il travaglio.

Questi studi mostrano che una gran proporzione di casi è associata a fattori materni e a fattori prenatali, come prematurità, IUGR, infezioni intrauterine, disordini della coagulazione fetale, gravidanze multiple, emorragia prenatale, presentazione podalica, ed anomalie cromosomiche o congenite.

Segni di compromissione fetale, come variazioni del BCF e passaggio di meconio, non sono né sensibili né specifici per nessuna particolare causa e solo talvolta indicano un’ipossia dannosa. Quando viene dimostrata un’acidosi metabolica, provata dall’emogasanalisi fetale o dal sangue arterioso del cordone ombelicale o da un precoce prelievo al neonato, o da entrambi, rimane da stabilire se questa situazione è attribuibile ad una cronica o intermittente ipossia di lunga durata – per esempio giorni o settimane – o se un’ipossia acuta si è presentata per la prima volta in travaglio o durante la nascita di un feto, che prima era sano. IUGR può essere talvolta associata a ipossia cronica ed a paralisi cerebrale. Studi su animali mostrano che un’insufficienza placentare indotta, prolungata nell'ultimo 1/3 della gravidanza, che comporti un’ipossia persistente moderata nel feto, danneggia la mielinizzazione e la crescita del cervelletto. Questi studi mostrano anche che, nel periodo intermedio della gravidanza, un episodio di ipossia durato 12 ore è sufficiente per causare un danno alla sostanza bianca e la morte dei neuroni nell'ippocampo, nella corteccia cerebrale, e nel cervelletto. Le complicazioni in travaglio raramente giocano un ruolo nel causare la paralisi cerebrale. Se un feto ha subito un danno neurologico o un cattivo sviluppo durante la gravidanza, le lesioni neurologiche, che sono spesso multifocali, possono alterare parti del cervello fetale, responsabili per il sistema nervoso autonomo che controlla attività come il ritmo cardiaco e la respirazione. Una ridotta variabilità del ritmo cardiaco fetale, il liquido amniotico tinto alla rottura del sacco, l'Apgar basso, e l'encefalopatia possono tutti rappresentare il primo segno di compromissione neurologica. In un caso cronicamente compromesso, i primi segni in travaglio possono precipitare un intervento ostetrico, come un parto strumentale o cesareo nella speranza che la patologia sia iniziata da poco e che sia ancora reversibile. Retrospettivamente la presenza di questi segni e l'azione degli operatori, intesa ad evitare una compromissione acuta, può essere erroneamente interpretata come una conferma della compromissione acuta.

Non è per ora possibile riconoscere il momento in cui un danno cerebrale diventa irreversibile nel caso di un tipo intermittente di asfissia fetale o di IUGR. E' possibile che il momento del danno neurologico irreversibile possa essere raggiunto in travaglio se il feto è stato in grado di compensare adeguatamente fino a quel punto. Lo IUGR con un possibile significato patologico può essere difficile da trovare clinicamente, e si attendono studi randomizzati per vedere se un parto anticipato, quando lo IUGR è moderato o severo, riduce l'incidenza di paralisi cerebrale senza un maggiore rischio di complicazioni legate alla prematurità.

I criteri che suggeriscono che l'ipossia acuta in travaglio è stata la causa della paralisi cerebrale

La tabella 2 mostra il modello dell'evidenza richiesto per suggerire che l'ipossia in travaglio è sufficiente per causare un danno neurologico permanente. Presi insieme, i criteri da 4 a 8 aiutano ad attribuire l'evento ipossico al periodo del travaglio di parto.

Tabella 2 - Criteri per definire un evento acuto ipossico in travaglio di parto

Criteri essenziali

1 Prova di acidosi metabolica sul sangue arterioso del cordone ombelicale al parto o su campioni ematici molto precoci del neonato (pH<7,00 o deficit di basi >=12 mmol/l)

2 Esordio precoce di un’encefalopatia severa o moderata in bambini nati >= 34 settimane di gravidanza

3 Paralisi cerebrale tipo quadriplegia spastica o discinetica

Criteri che insieme suggeriscono un esordio durante il travaglio, ma che non sono specifici

4 Un evento ipossico sentinella (segnale) avvenuto appena prima o durante il travaglio

5 Un improvviso, rapido, e sostenuto deterioramento del ritmo cardiaco fetale, solitamente in seguito ad un evento ipossico sentinella, dopo un tracciato precedente normale

6 Punteggi di Apgar 0 - 6 per più di 5 minuti

7 Precoce evidenza di un coinvolgimento di vari organi

8 Precoci immagini diagnostiche, che depongono per un’anormalità acuta cerebrale

Prove mancanti o contrarie
Tutti e tre i criteri essenziali sono necessari prima che una causa ipossica in travaglio di paralisi cerebrale possa cominciare ad essere considerata. Se manca uno dei criteri essenziali c'è un forte motivo per ritenere che l'ipossia in travaglio non è stata la causa della paralisi cerebrale. Se i dati dell'emogasanalisi non sono disponibili, non si può dedurre da altri segni che l'ipossia era presente poiché questi segni mancano di specificità sia individualmente sia presi insieme. Quando tutti e tre i criteri sono verificati è necessario stabilire se l'ipossia era acuta o cronica. Se le prove da 4 a 8 mancano o sono contraddittorie, il momento di inizio della neuropatologia diventa ulteriormente dubbioso. Presi da soli questi ulteriori criteri sono solo debolmente associati ad un ipossia dannosa in travaglio poiché, con l'eccezione del criterio 4 (evento ipossico sentinella), essi possono essere causati da altri fattori come un infezione. A rigore di logica, la maggioranza degli ultimi 5 criteri dovrebbe essere presente per supporre probabile un evento ipossico acuto. Prove contrarie, piuttosto che l'assenza di prove -ad esempio, un APGAR normale a 5 minuti- peserebbero contro l'ipotesi di un serio evento acuto.

Commenti ai criteri proposti

Acidosi metabolica
Anche se la sua presenza non definisce il momento del suo inizio, un acidosi metabolica alla nascita dovrà essere presente per postulare un evento ipossico dannoso in travaglio. Un’acidosi metabolica alla nascita è, tuttavia, relativamente comune (2% di tutte le nascite), e la gran maggioranza di questi bambini non sviluppa paralisi cerebrale.

Un valore soglia realistico per definire l'acidosi metabolica fetale, che si correla con un rischio crescente di deficit neurologico è pH inferiore a 7.0 ed un deficit di basi superiore a 16 mmol/l. Questi sono i criteri su cui concordano la Society of Obstetricians and Gynaecologists of Canada e l'American College of Obstetricians and Gynecologists. E' improbabile che un’acidosi acuta meno severa possa essere direttamente associata a paralisi cerebrale. Sono stati riportati casi occasionali, tuttavia, in cui il deficit di basi era fra 12-15, e perciò un deficit di basi inferiore a 12 mmol/l è un ragionevole criterio di esclusione. In mancanza di emogasanalisi dal feto, dal sangue arterioso ombelicale, o dal sangue del neonato (entro 1 ora), non è possibile dire se l'ipossia o l'asfissia hanno causato o favorito gli altri segni clinici. Se ci sono dati dell'emogasanalisi dall’arteria e dalla vena ombelicale, allora la differenza della pressione parziale di CO2 maggiore di 25 mm Hg suggerisce una acidosi acuta piuttosto che cronica. Tuttavia la tecnica per confrontare i gas arterioso e venoso è difficile. Singole pressioni parziali di ossigeno non sono utili in questo contesto perché sono scarsamente correlate con l'acidosi fetale. Una acidosi metabolica misurata nel neonato può anche riflettere una difficile rianimazione, e perciò in questo caso l'emogasanalisi neonatale ha meno peso nel determinare una causa insorta in travaglio.

Encefalopatia neonatale
Se un insulto in travaglio ha causato un danno permanente al cervello in un bambino con più di 34 settimane di gestazione ci saranno anomalie del comportamento nel periodo neonatale, solitamente di grado almeno moderato e notate entro 24 ore dal parto. Tuttavia una encefalopatia moderata-severa dopo una cardiotocografia non rassicurante in travaglio è molto poco comune, con un incidenza del 7/1000 - appena due volte l'incidenza nella popolazione non selezionata. Viceversa, molti casi di severa encefalopatia neonatale non sono associati ad ipossia in travaglio. La paralisi cerebrale associata con eventi in travaglio in bambini nati dopo le 34 settimane di gestazione è solo raramente un esito associato a gradi più lievi di encefalopatia. I bambini con encefalopatia severa hanno frequentemente un esito sfavorevole. L'esito di quelli con una encefalopatia moderata è meno certo. Si usano solitamente i gradi di Sarnat per differenziare la gravità, ma ci sono differenze di opinioni sui criteri atti a differenziare l'encefalopatia moderata e severa. C'è difficoltà, in assenza di convulsioni, nel definire una encefalopatia neonatale nei bambini nati prima delle 34 settimane, dove molti dei criteri descritti per i neonati presso il termine sono comunque presenti a causa della prematurità (per esempio la difficoltà nell'iniziare e nel mantenere la respirazione, tono non normale, e difficoltà nel nutrirsi). Per questo e per l’assenza in letteratura di prove chiare dobbiamo essere meno categorici a collegare stati comportamentali neonatali anomali nel neonato pretermine con paralisi cerebrale attribuibile ad una causa insorta in travaglio.

Tipo di paralisi cerebrale
La quadriplegia spastica e, più raramente, la paralisi cerebrale discinetica sono i soli sottotipi di paralisi cerebrale associati ad eventi ipossici acuti in travaglio. La quadriplegia spastica non è specifica per la ipossia in travaglio. Si pensa che solo il 24% di una serie di bambini con quadriplegia spastica moderata o severa possano essere stati affetti da eventi in travaglio. La paralisi cerebrale emiplegica, la diplegia spastica, e l'atassia non sono state associate con l'ipossia in travaglio. Questo è vero anche per la inabilità intellettuale, l'autismo e ritardi di apprendimento in un bambino senza spasticità. Ogni peggioramento di una inabilità neurologica non rientra nella definizione di paralisi cerebrale ed è molto improbabile che sia secondaria ad eventi della nascita. Molte condizioni che potrebbero essere confuse con la paralisi cerebrale, per esempio, la sindrome di Rett e la sindrome di Angelman dovrebbero essere escluse.

Evento ipossico sentinella
Il feto sano ha molti speciali meccanismi fisiologici, che lo proteggono da lievi episodi ricorrenti e transitori di ipossia, che possono accadere durante il travaglio. Per un feto neurologicamente intatto, non compromesso da ipossia cronica, deve verificarsi un serio episodio ipossico sentinella per sostenere una ipossia dannosa per il cervello. Esempi sono la rottura d'utero, il distacco di placenta, il prolasso di funicolo, l'embolia di liquido amniotico, e la emorragia da vasi previ o l'emorragia feto-materna. Un evento ipossico prima del parto od in travaglio può essere silente. E' solo quando è evidente o verificabile che può aiutare a definire il momento dell'evento e se le sequele potevano essere evitate.

Frequenza cardiaca fetale
Quanto poco è disponibile di prove in controlli randoizzati suggerisce che il monitoraggio elettronico fetale non previene la paralisi cerebrale. Anche i reperti più associati con la paralisi cerebrale -presenza di decelerazioni tardive multiple e diminuita variabilità beat to beat- non dovrebbero essere usate per predire la paralisi cerebrale, avendo una percentuale di falsi positivi del 99,8%. Difetti neurologici preesistenti possono causare una riduzione od assenza di variabilità del cuore fetale. L'elevata frequenza (fino al 79%) di tracciati non rassicuranti alla cardiotocografia in travaglio con feti con un esito normale rendono molto difficile sia la decisione sulla conduzione ottimale del travaglio, sia la previsione del futuro neurologico dei feti. L'analisi retrospettiva dei tracciati cardiotocografici, quando l'esito è conosciuto dal revisore, distorce profondamente il giudizio degli ostetrici chiamati a pronunciarsi sull’appropriatezza dell'assistenza. Tracciati della frequenza cardiaca fetale che indicano una potenziale compromissione fetale meritano un parto anticipato quando questo può essere ottenuto senza grave rischio per la salute o per la vita della madre.

Questo gruppo di lavoro adotta la dichiarazione del US National Institute of Child Health and Human Development sul monitoraggio elettronico fetale, che ha dato raccomandazioni in base a definizioni standardizzate per ognuna delle caratteristiche dei tracciati. Il comitato del Nord America ha grandi difficoltà nel raggiungere il consenso sull'appropriato trattamento nel caso di certi tracciati ad eccezione di due casi. Nel caso di feti con una linea di base entro i limiti di normalità (110-160 battiti al minuto) e con una variabilità moderata (6-25 battiti al minuto), senza decelerazioni non c'è rischio di acidosi. Il comitato ha anche affermato che nella situazione completamente opposta di tracciati con assente variabilità in presenza di decelerazioni tardive o variabili o di bradicardia, è dimostrata un'acidosi potenzialmente dannosa per il feto. Il comitato ha poi deciso che, per la mancanza di prove sufficienti, non fu possibile raggiungere un consenso su altri tracciati, diversi dai normali. Una tale raccomandazione dovrà attendere ulteriori ricerche sulla affidabilità, validità ed abilità del monitoraggio fatto allo scopo di evitare esiti sfavorevoli mediante l'uso di interventi ostetrici.

Punteggio di Apgar
Dare il punteggio di Apgar è un metodo veloce e soggettivo per verificare le condizioni del neonato. Un basso punteggio non indica la causa della condizione, che può risultare da molti diversi fattori di cui l'ipossia è solo una. Presi da soli i punteggi di Apgar dicono poco del successivo esito neonatale. In particolare, per i neonati prematuri l'Apgar ha un valore molto limitato. Anche se il rischio di un esito sfavorevole aumenta con il diminuire del punteggio di Apgar e con la durata dell'Apgar basso, un Apgar inferiore a 4 dopo 5 minuti, ma poi in aumento, fu associato con un aumento di rischio di paralisi cerebrale da 0,3% all'1% solamente nei nati (con peso superiore a 2501 g) negli anni 1950 e 1960. Attualmente la durata di un basso punteggio di Apgar riflette l'efficacia della rianimazione più di quanto possa predire l'esito.

Coinvolgimento di più organi
Si può verificare una necrosi intestinale, un'insufficienza renale, un danno epatico, un danno cardiaco, complicazioni respiratorie, od un danno ematologico. Ciò richiede l'esecuzione di test oltre il breve periodo (24 ore). Un’ipossia acuta interessa solitamente tutti gli organi vitali e non solo il cervello, ma può occasionalmente verificarsi senza importanti disfunzioni di altri organi.

Immagini del cervello del neonato
Un edema cerebrale precoce, con o senza emorragia intracerebrale suggerisce una patologia recente. Dopo un insulto cerebrale acuto, l'edema appare entro 6-12 ore e sparisce entro 4 giorni dall'insulto. Anormalità macroscopiche che suggeriscono durevoli cambiamenti neurologici possono essere visualizzate, ma disfunzioni a livello intracellulare non si vedranno. La risonanza magnetica da attualmente le immagini più ricche di informazioni, ma richiede risorse più grandi e non è disponibile in molti paesi. Anche se può predire utilmente una futura inabilità neurologica nel neonato o nel bambino, la risonanza magnetica non è stata ancora riconosciuta valida (in casi in cui erano noti gli eventi asfittici acuti fetali) come uno strumento che può definire retrospettivamente il momento dell'evento iniziale o principale con una certa affidabilità.

Spesso sono disponibili esami ecografici, ma sono possibili risultati falsi positivi e falsi negativi. L'emorragia o l'edema cerebrale possono verificarsi nel periodo neonatale, nel qual caso non sono esiti di una ipossia in travaglio.

 

Le prove di una possibile causa prenatale di paralisi cerebrale

Le possibili cause di danno neurologico sono elencate nella tabella 3. La presenza di uno di questi fattori riduce di molto la probabilità che l’ipossia in travaglio sia la causa, o che sia la sola causa, di qualche successivo danno neurologico. L’assenza di tutte questi fattori non esclude una causa prenatale, poiché molte prove possono essere molto difficili da accertare retrospettivamente.

Tabella 3 – Fattori che suggeriscono una causa di paralisi cerebrale diversa dall’ipossia acuta

  • Deficit di basi inferiore a 12 mmol/l o pH maggiore di 7.00 in arteria ombelicale
  • Bambini con anomalie congenite o metaboliche maggiori o multiple
  • Infezione del sistema nervoso centrale o sistemica
  • Immagini diagnostiche precoci, che evidenziano anomalie neurologiche già precedenti – ad esempio, ventricolomegalia, porencefalia, encefalomalacia multicistica
  • Bambini con segni di rallentamento di crescita intrauterina
  • Tracciato CTG con ridotta variabilità del ritmo cardiaco dall’inizio del travaglio
  • Microcefalia alla nascita (Circonferenza cranica < 3° percentile)
  • Importante distacco di placenta prima del travaglio
  • Estesa corioamnionite
  • Difetti congeniti di coagulazione del neonato
  • Presenza di altri importanti fattori di rischio per la paralisi cerebrale – per esempio, parto prematuro inferiore a 34 settimane, gravidanza multipla, o malattia autoimmune
  • Presenza di importanti fattori di rischio postnatali di paralisi cerebrale – per esempio, encefalite postnatale, prolungata ipotensione od ipossia dovute ad una severa malattia respiratoria
  • Un fratello con paralisi cerebrale, specialmente se dello stesso tipo

 

Test e segni di valore meno predittivo

Liquido amniotico tinto di meconio
Non è possibile distinguere chiaramente, con affidabilità, sia con l’ispezione sia con l’istopatologia placentare, fra meconio vecchio e fresco, né sapere l’intervallo intercorso fra il passaggio di meconio ed il parto. L’oligoamnios aumenta la concentrazione di meconio nel liquido amniotico. L’oligoamnios può essere associato a ritardo di crescita fetale.

Patologia placentare ed il momento del danno cerebrale ipossico-ischemico
Per ora ci sono pochi studi rigorosi per collegare varie forme di patologia cronica placentare agli esiti riguardanti lo sviluppo del sistema nervoso a lungo termine, nonostante siano in corso vari studi con diverse lesioni placentari candidate. Fra quelle proposte, la trombosi dei grossi vasi placentari, come causa di lesioni ischemiche cerebrali, merita ulteriori indagini nell’ambito di studi ben disegnati e di dimensione adeguata. Sarebbe tuttavia ingiustificato concludere che l’assenza in un caso particolare di ogni lesione placentare, che per sua natura dovrebbe precedere il travaglio, significhi necessariamente che il danno ipossico deve essersi verificato durante il travaglio.

Si possono prevenire le sequele neurologiche in caso di eccessiva ipossia in travaglio?

Non è possibile accertare retrospettivamente se un più tempestivo intervento ostetrico potrebbe aver evitato un danno cerebrale in un caso particolare, dove non c’è stato alcun evento ipossico sentinella rilevabile. Se questo è stato rilevato si devono considerare le condizioni e l’organizzazione disponibile al momento del parto in questione per valutare se l’assistenza è stata data in base a standard accettabili. Ogni importante deviazione dalla media della normale risposta clinica può essere considerata critica per lo sviluppo di paralisi cerebrale solo se potrebbe avere influenzato la durata o la severità dell’evento ipossico. La durata ed il grado di ipossia richiesto per causare una paralisi cerebrale in un feto umano sano non è conosciuto. Molti speciali meccanismi fisiologici proteggono il feto dalla ipossia acuta, permettendogli di sopravvivere intatto per un tempo più lungo – minuti e forse ore – di quanto possa fare un adulto con simili concentrazioni gassose nel sangue. Le questioni considerate nella tabella 4 dovrebbero servire per identificare possibili cause prevenibili di paralisi cerebrale durante la gravidanza, il travaglio, ed il parto. Gli standard dell’assistenza dovrebbero essere dettati da revisioni sistematiche sulla base di ricerca di alta qualità.

Tabella 4 – Domande pertinenti per stabilire la possibilità di prevenzione della paralisi cerebrale, che si ritiene causata da un evento acuto intraparto.

  • C’erano fattori di rischio per una causa pre-travaglio di paralisi cerebrale?
  • C’è stato un evento ipossico sentinella?
  • Era possibile attuare un intervento, in grado di ridurre la probabilità di paralisi cerebrale?
  • Ci sono i criteri per dimostrare che si è trattato di un evento ipossico intraparto?
  • Era ragionevolmente possibile identificare i segni di compromissione fetale?
  • C’è stato un grosso ritardo che si poteva evitare nell’espletamento del parto?
  • Un espletamento del parto più rapido poteva compromettere la salute o la vita della madre?
  • Un espletamento del parto più tempestivo avrebbe prevenuto o migliorato l’esito?

Chi dovrebbe essere il perito nei casi di paralisi cerebrale?

Nessuno è esperto in tutte le sfaccettature della paralisi cerebrale. Per questo motivo questo gruppo di lavoro si è rivolto ad una grande varietà di discipline per avere contributi per questa dichiarazione. Chiaramente il perito deve attenersi alla sua area e non deve farsi tentare di offrire opinioni in aree in cui non è qualificato. Uno specialista in ostetricia è la persona più adatta per valutare la gestione clinica di un ostetrico, come uno specialista neonatologo può valutare la gestione neonatale. Una varietà di opinioni, basate sulla evidenza, possono servire per delucidare ulteriormente le possibili cause di paralisi cerebrale in un caso particolare. I criteri appropriati per offrire una perizia medico-legale, riguardo alla paralisi cerebrale, sono dettagliati nella tabella 5.

Tabella 5 – Raccomandazioni per una perizia per una causa riguardante la paralisi cerebrale

Scelta del perito

  • Il perito deve avere una piena qualificazione nell’area in cui deve dare l’opinione
  • Il perito deve godere di credibilità, rispetto alle sue conoscenze, provate ad esempio da importanti ricerche pubblicate nei giornali della sua specialità, da un aggiornamento continuo, dalla qualità accertata delle sue attività
  • Nella maggior parte dei casi il perito dovrebbe essere ancora in attività in quell’area, dovrebbe dimostrare di essere familiare con la letteratura importante aggiornata, e dovrebbe avere una ragionevole cognizione della condizioni e dell’organizzazione nel luogo e nel tempo in cui il parto è avvenuto.

Condotta del perito

  • Il perito dovrebbe evitare di dare opinioni specifiche al di fuori del suo campo di esperienza
  • Gli esperti dovrebbero riferire: (a) lo spettro di assistenza considerato ragionevole dalla loro professione al tempo del parto, e (b) tutte le opzioni possibili in una situazione clinica, non solo la opzione ideale nelle migliori circostanze con il vantaggio di sapere come è andata a finire.
  • Un perito non dovrebbere essere un avvocato di qualche parte, ma dovrebbe consigliare ed educare sulla validità scientifica o clinica delle prove disponibili.

 

Conclusioni
Questa dichiarazione di consenso internazionale è stata preparata per aiutare gli amministratori, gli operatori sanitari, i ricercatori in questa area, e, quando necessario, le corti legali a capire più facilmente se, in un caso particolare, ci sono prove convincenti che suggeriscono che una patologia, che ha causato una paralisi cerebrale, è avvenuta durante il travaglio e se era ragionevolmente prevenibile. La ricerca recente suggerisce decisamente che la gran parte di patologie neurologiche, che causano la paralisi cerebrale, si verificano come risultato di motivi multifattoriali ed in gran parte non prevenibili durante lo sviluppo fetale o nel periodo neonatale.

Traduzione a cura di Pietro Puzzi - Presentata al Convegno Nazionale di Andria
"La valutazione del benessere fetale" - Forlì 24/25 novembre 2000

 


Informazioni sulla rivista

ESIA-Italia
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY and CRITICAL CARE MEDICINE - Italia
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La rivista pubblica rewiews e lavori originali compiuti nei campi dell'anestesia e della medicina critica. I lavori originali riguardano ricerche cliniche, di laboratorio e la presentazione di casi clinici. Le reviews includono argomenti per l'Educazione Medica Continua (EMC), articoli di revisione generale o riguardanti le attrezzature tecniche. ESIA pubblica le lettere all'Editore contenenti commenti su articoli precedentemente publicati ed anche brevi comunicazioni. La guida per gli autori può essere consultata collegandosi al sito ANESTIT all'indirizzo: http://anestit.unipa.it/ utilizzando la sezione riservata ad ESIA-Italia; oppure può essere richiesta inviando un messaggio a lanza@unipa.it EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY and CRITICAL CARE MEDICINE Sezione Italiana
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