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R.S.D. (Reflex Sympathetic Distrophy) post
chirurgia del ginocchio:
cause e prevenzione con le tecniche di analgesia locoregionale
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M.Pintore, A.Galdo, A.D’Agostino, A.Iacono, R.Naimoli, A.Pisapia, N.Manzione - A.S.L. Salerno 2 Presidio Ospedaliero “S. Francesco D’Assisi” Oliveto Citra - Servizio di Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore
Introduzione
Il paziente post operato di chirurgia del ginocchio artroscopica e non, presenta spesso sindromi cliniche dolorose persistenti, interessanti focalmente la regione anatomica oggetto dell’intervento ma che spesso coinvolgono nel tempo tutto l’arto inferiore. Una percentuale (fortunatamente…) contenuta di tali sindromi, assume nel tempo (settimane o mesi) i caratteri di vere e proprie sindromi algiche neuropatiche.
Le suddette sindromi inficiano non solo l’intervento chirurgico ortopedico in toto, ma espongono il paziente a dolore incoercibile ed importanti pregiudizi funzionali. Il presupposto patogenetico, nonché il minimo comune denominatore di tali complessi sindromici, è rappresentato da una alterazione anatomica (stress - lesione parziale e/o totale) o funzionale di una fibra nervosa. Le società scientifiche internazionali algologiche, in una “consensus conference” hanno operato una revisione tassonomica terminologica che ha raggruppato nella definizione di C.R.P.S. (Complex Regional Pain Syndrome) una serie di quadri clinici dolorosi persistenti, aventi caratteristiche comuni:
a) dolore grave a carattere fondamentalmente neuropatico, che tipicamente segue ad un evento nocivo di varia natura (es. traumi, chirurgia, etc..) e che persiste anche quando la presunta noxa iniziale si è esaurita.
b) localizzazione ad una regione anatomica particolare (in genere percorsa da una fibra nervosa)
c) presenza di sintomi clinici della sensibilità positivi e negativi: iperpatia, iperalgesia, allodinia, parestesie, disestesie, ipoestesie; nonché turbe distrettuali della attività autonomica simpatica (alterazioni vasomotorie, sudomotorie e della piloerezione.)
d) possibilità di comparsa di disturbi trofici interessanti distretti multipli (cute, muscoli, tendini, ossa).
La possibilità di documentare o meno strumentalmente la neurolesione, consente di individuare due tipi di C.R.P.S.:
Le C.R.P.S. tipo 1 (RSD),clinicamente riconoscono 4 stadi ingravescenti:
La recente letteratura, documenta casistiche apprezzabili di RSD (C.R.P.S.tipo 1) post chirurgia di ginocchio paradossalmente susseguenti anche ad atti chirurgici miniinvasivi come le artroscopie caratterizzate da un rapido postoperatorio.
La via di accesso di questo tipo di chirurgia, può comportare un insulto e/o danno della branca infrapatellare del nervo safeno che decorre, satellite al plesso venoso tributario della vena safena nel compartimento antero mediale del ginocchio.
La scuola americana di chirurgia ortopedica (Graham F. Whithfield) a tale proposito ha codificato metodologie per identificare con la transilluminazione del ginocchio (plesso venoso safeno) la regione a rischio, nonché vie di accesso alternative.
Il presente lavoro riferisce i risultati della nostra esperienza, inerente il trattamento tramite tecniche di analgesia locoregionale sia del post operatorio di tali chirurgie, sia delle sindromi neuropatiche (RSD) del ginocchio già manifeste nel paziente.
Materiali e metodi:
Lo studio ha incluso (dal mese di gennaio 1999 al mese di dicembre 2001) 175 pazienti, di cui 95 maschi e 80 femmine, di età compresa fra 21 e 80 anni, sottoposti globalmente a questa tipologia di interventi:
artroscopie diagnostiche e/o operative | 95 pazienti |
fratture di rotula | 25 pazienti |
lassità anteriore del ginocchio | 30 pazienti |
protesi di ginocchio | 25 pazienti |
Un 1° gruppo, 30% dei pazienti è stato gestito intraoperatoriamente con tecniche di anestesia generale e sottoposto ad analgesia post operatoria con tecniche di analgesia e.v.
Un 2° gruppo, 70% dei pazienti, è stato gestito per tutto il periodo intra e postoperatorio con tecniche di blocco nervoso continuo o centrale (peridurale) o periferico (blocco plesso lombare via anteriore secondo Winnie) .
Risultati:
Della casistica operatoria globale, 6 pazienti hanno presentato dall’immediato postoperatorio ad un periodo variabile da settimane a mesi, quadro clinico algico neuropatico riferibile a .R.S.D.
I pazienti appartenevano tutti al 1°gruppo (gestiti intraoperatoriamente con anestesia generale e nel postoperatorio con analgesia e.v.) .
I pazienti presentavano sintomi e segni clinici tipici dello stadio 1 della R.S.D. e cioè dolore persistente al ginocchio di tipo urente (burning), ipoestesie, parestesie, allodinia, segni autonomici vaso e sudomotori, cambio colorito cute (pelle lucida), impotenza funzionale con rigidità articolare, clinica miofasciale associata.
I pazienti affetti da R.S.D. sono stati trattati precocemente con una serie di blocchi continui nervosi centrali (peridurali) e periferici (plesso lombare via anteriore), con concentrazioni di A.L. utili ad ottenere soddisfacente controllo del dolore,nonché proficua simpaticolisi ma non interferenti con la motilità e quindi adatto alla gestione fisioterapica.
Tutti i pazienti trattati hanno avuto un pain relief accettabile (valutato con le scale analogiche preposte) e non hanno superato lo stadio 1 della R.S.D.
Conclusioni :
Le C.R.P.S. tipo1(R.S.D.) rappresentano una grave insidia per il paziente post operato di chirurgia del ginocchio. Le suddette sindromi dalla eziologia e patogenesi al momento ancora fondamentalmente sconosciute o solo ipotizzate, presuppongono comunque sicuramente un danno o disfunzione di una fibra nervosa periferica o centrale. Nel caso della chirurgia del ginocchio una sicura responsabilità è da attribuire agli stress o incarcerazioni (entrapment) iatrogene della branca infrapatellare del nervo safeno.
Una prevenzione concreta del problema si può realizzare solo considerando
gli attuali accorgimenti di tecnica chirurgica messi a punto dalle società
americane del settore: visualizzazione con la transilluminazione del ginocchio
della regione anatomica a rischio, (compartimento antero mediale) e/o
individuando vie di accesso alternative “non a rischio di neurolesione”.
Pur nella incertezza patogenetica della sindrome neuropatica in esame, va sottolineato almeno come considerazione statistica la mancanza di incidenza di patologia nei pazienti trattati intraoperatoriamente e nel postoperatorio con tecniche di anestesia-analgesia locoregionale.
Il ruolo positivo delle stesse tecniche nel trattamento antalgico della sindrome conclamata è correlabile verosimilmente al controllo delle efferenze simpatiche sui nocicettori delle fibre lese e sulla modulazione dei fenomeni di sensibilizzazione centrale e periferica che sostengono un dolore sui generis, di difficile gestione.
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