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Intossicazioni da Esteri OrganoFosforici e Carbamati
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Intossicazioni da esteri organofosforici e carbamatiInsetticidi organofosforici Introduzione Gli organofosforici (OP)
sono tra gli insetticidi più utilizzati in agricoltura, in veterinaria, ma
anche negli ambienti domastici, di lavoro etc. Gli OP costituiscono una classe
estremamente vasta di composti con proprietà
fisico-chimiche differenti tra di loro, tutti accomunati dal medesimo meccanismo
d'azione : l'inibizione irreversibile dell'enzima acetilcolinesterasi (AchE).
Meccanismo d'azione e tossicità L'enzima acetilcolinesterasi (AchE) è deputato alla scissione dell'acetilcolina (Ach) in colina e acido acetico (figura 1).
L'acetilcolina agisce come neurotrasmettitore dell'impulso nervoso di tutte le fibre pregangliari del sistema nervoso autonomo, delle fibre postgangliari del sistema parasimpatico e di alcune fibre postgangliari simpatiche. L'acetilcolina, inoltre è il neurotrasmettitore della placca neuromuscolare della muscolatura scheletrica e di alcuni interneuroni del sistema nervoso centrale (vedi figura 2).
L'acetilcolinesterasi (AchE) è l'enzima
che inattiva l'acetilcolina (Ach).
Nell'uomo esistono due tipi di colinesterasi :
Il dosaggio ematico delle colinesterasi costituisce l'indagine più importante nella diagnosi e nel monitoraggio dell'esposizione acuta agli OP. La riduzione delle colinesterasi è infatti strettamente collegata alla durata e all'intensità dell'esposizione agli OP. Le colinesterasi intraeritrocitarie, possedendo gli stessi siti recettoriali di quelle del SNC coinvolte nelle intossicazioni da OP, rappresentano un indicatore più specifico delle plasmacolinesterasi. Alcuni OP (es. malathion), tuttavia inibiscono più precocemente le PchE delle AchE per cui le prime in questo caso hanno maggiore sensibilità delle seconde. Il recupero ossia la rigenerazione delle PchE avviene prima delle AchE. Quest'ultime possono tardare giorni prima di raggiungere il loro minimo per poi restare depresse per un periodo maggiore, a volte di mesi. Le PchE possono essere ridotte nelle patologie epatiche croniche, neoplasie, malnutrizione e in gravidanza; esistono, inoltre, variazioni fisiologiche individuali nelle quantità dell'enzima. Al contrario, le PchE risultano ridotte soltanto in poche condizioni oltre che nell'intossicazione da OP. In ogni caso ogniqualvolta si assista a chiari segni d'intossicazione da OP e/o carbamati, anche in assenza di conferme di laboratorio, è opportuno iniziare il trattamento. Il processo enzima-inibitore si
svolge in due tappe : nella prima tappa (fosforilazione), utilizzando un antidoto è possibile
spiazzare l'organofosforico dall'enzima, ripristinandone l'attività; nella seconda tappa la fosforilazione diventa
irreversibile secondo un meccanismo denominato "invecchiamento" (aging)
dell'enzima. Il ritorno dell'attività funzionale dell'enzima è possibile
allora soltanto con la sintesi di nuova colinesterasi, che richiede 20-30 giorni. Manifestazioni cliniche E' possibile stabilire una relazione tra il livello di colinesterasi misurate e i segni clinici dell'intossicazione acuta (tab. 1)
L'intossicazione da OP può avvenire per diverse vie di contatto: cutaneo-mucosa, inalatoria, per ingestione, a seconda delle modalità d'esposizione (accidentale o intenzionale). Le manifestazioni cliniche che si determinano, pertanto, sono espressione della dose di OP raggiunta negli organi bersaglio e delle caratteristiche fisico-chimiche del tossico; quest'ultime variano da un composto ad un altro (le DL50 degli OP variano da pochi mg a qualche g/Kg corporeo) e sono schematizzate nella tabella 2 :
Alcuni OP per via di un'elevata lipofilia sono immagazzinati nel tessuto adiposo e possono essere responsabili di manifestazioni cliniche a distanza dall'evento acuto. Non bisogna, inoltre, dimenticare i possibili effetti tossici dei solventi o co-formulati. Gli OP sono responsabili, alcuni
giorni dopo un'esposizione acuta, di una sindrome
intermedia caratterizzata da debolezza muscolare (localizzata
soprattutto al collo e agli arti superiori) con paralisi respiratoria. Tale
sindrome non sembra essere mediata da fenomeni muscarinici, ma piuttosto da
alterazioni pre e post-sinaptiche della placca neuromuscolare. Gli OP più
frequentemente coinvolti sono: methyl parathion, fenthion, e dimethoate. La diagnosi differenziale tra organofosforici e carbamati ambedue inibitori dell'acetilcolinesterasi e responsabili di sindromi colinergiche si basa su: minore durata della sintomatologia dei carbamati, valori di colinesterasi falsamente normali, scarsa risposta alla pralidossima. Trattamento E'
importante ricordare che per l'elevata capacità di penetrazione nell'organismo
degli OP l'approccio del personale di soccorso e sanitario alla vittima intossicata
deve avvenire con opportuni mezzi di
protezione (mascherine, camici, guanti in gomma: quelli in lattice non sono
sufficienti).
Conclusioni Gli OP sono dei biofarmaci
responsabili di intossicazioni severe. Quando l'esposizione è massiva, per
qualunque via avvenga, si determinano dei gravi quadri clinici minacciosi per la
vita. La rianimazione e la terapia antidotica specifica vanno impiegati
congiuntamente, così come la decontaminazione cutanea, congiuntivale e digestiva. Complicazioni legate
alla terapia e alle patologie preesistenti dei pazienti possono contribuire ad
allungare la degenza di tali intossicazioni gravate, in ogni caso, da elevata
morbidità e mortalità. Bibliografia M.O. Amdur, J. Doull, C.D. Klaassen. Tossicologia. EMSI, Ed. Italiana 1993. Effetti tossici dei pesticidi. V. Danel, P. Barriot. Les intoxications aigues. Arnette M. Bozza Marrubini, R. Ghezzi Laurenzi, P. Uccelli. Intossicazioni acute. OEMF, 2a edizione 1987 P. Viccellio. Handbook of medical toxicology. Little, Brown and Company JE. Davies, A. Barquet, VH. Freed, R. Haque, C. Morgade, RE Sonneborn, C.Vaclavek. Human pesticide poisoning by a fat-soluble organophosphate insecticide. Arch Environ Health 1975 ; 30 :608-613 Worek F; Backer M; Thiermann H; Szinicz L; Mast U; Klimmek R; Eyer. Reappraisal of indications and limitations of oxime therapy in organophosphate poisoning. Hum Exp Toxicol 1997 Aug;16(8):466-72 EPA, United States Environmental Protection Agency, Recognition and Management of Pesticide Poisonings, 5th Edition
Introduzione I carbammati al pari degli organofosforici (OP) sono largamente impiegati come insetticidi principalmente in agricoltura ma anche in veterinaria, nell'uso domestico e comunitario (giardini, scuole). Sebbene possiedano una tossicità acuta inferiore a quella degli OP, il medesimo meccanismo d'azione li rende una categoria di tossici pericolosi per la salute dell'uomo. Meccanismo d'azione e tossicità I carbammati hanno un'azione
anticolinesterasica identica a quella degli OP. Entrambi inibiscono l'azione
dell'acetilcolinesterasi (AchE) responsabile della scissione enzimatica
dell'acetilcolina ai diversi livelli nei quali agisce come neurotrasmettitore.
La differenza con gli OP tuttavia è sostanzialmente la reversibilità del
complesso carbamato-acetilcolinesterasi con conseguente riattivazione
dell'enzima e recupero della funzione. La velocità di riattivazione dei
carbamati può rendere la determinazione del livello delle colinesterasi poco
attendibile: il processo di riattivazione, infatti, avviene alla stessa maniera
in vivo ed in vitro determinando quindi valori falsamente normali di
colinesterasi. Manifestazioni cliniche Come effetto della reversibilità dell'inibizione dell'AchE, le manifestazioni cliniche in caso d'intossicazione acuta da carbammati tendono ad essere meno durature e quindi meno gravi. Per il resto il comune meccanismo d'azione con gli OP determina un quadro d'iperstimolazione colinegica che si esprime in segni nicotinici (tremori muscolari, paralisi, tachicardia, ipertensione), segni muscarinici (salivazione, sudorazione, broncorrea, lacrimazione, bradicardia) e segni neurologici centrali (confusione, incoordinazione motoria, turbe del comportamento). Anche per i carbamati l'insufficienza respiratoria acuta è la principale causa di morte. Per tale motivo è importante in caso d'intossicazione vera o presunta con insetticidi carbamati, non dilazionare il trattamento in attesa di conferme di laboratorio sul livello delle colinesterasi. Le manifestazioni cliniche di adulti e bambini possono differire, nel senso che quest'ultimi presentano più frequentemente segni neurologici. Trattamento Il trattamento sintomatico non differisce da quello previsto per le intossicazioni da OP: supporto delle funzioni vitali, decontaminazione cutanea, oculare e gastroenterica. La terapia antidotica si avvale dell'uso dell'atropina per controbilanciare gli effetti da iperstimolazione colinergica determinata dai carbamati; . Le dosi impiegate vanno personalizzate e non possono essere stabilite "a priori"; in genere sono necessari quantità inferiori a quelle impiegate con gli OP. La pralidossima, invece, per via della rapida riattivazione dell'AchE, non è indicata, e può essere dannosa; può essere somministrata nel caso ci si trovi di fronte ad un'intossicazione mista OP/carbamati. Bibliografia M. Bozza Marrubini, R. Ghezzi Laurenzi, P. Uccelli. Intossicazioni acute. OEMF, 2a edizione 1987 Ecobichon DJ. Toxic effect of pesticides. In: Klaassen CD (ed), Casarett & Doull’s Toxicology: The Basic Science of Poisons, 5 th ed. New York: McGraw-Hill, 1996, p. 659. Lifshitz M, Shahak E, Bolotin A, et al. Carbamate poisoning in early childhood and in adults. Clin Toxicol 1997;35:25-7. EPA, United States Environmental Protection Agency, Recognition and Management of Pesticide Poisonings, 5th Edition
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