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2 Utilità del blocco continuo del plesso brachiale per via interscalenica sopraclaveare nella chirurgia protesica di spalla nel paziente ad alto rischio: caso clinico
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M.Pintore , D.Violante,
V. Galdo
Servizio di Anestesia e Rianimazione - Primario Dr. F. Chiumiento
Presidio Ospedaliero " S. Francesco d'Assisi " Oliveto
Citra - Regione Campania : A.S.L. 2 Salerno
Dr. Maurizio Pintore via F.Quaranta N° 42/F - 84081 Baronissi
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Parole Chiave: Plesso Brachiale , Blocco Continuo , Protesi di Spalla, Obesità , Diabete
Introduzione:
La continua evoluzione della chirurgia ortopedica della spalla
con particolare riferimento a quella protesica, sta comportando
un arruolamento sempre più cospicuo di pazienti con questo tipo
di indicazione chirurgica.
Le attuali tendenze del giudizio medico legale non consentono di
liquidare con leggerezza il paziente traumatizzato
all'apparecchio gessato ed alla terapia incruenta.Confortato da
questo tipo di presupposti, il paziente fratturato richiede
sempre più un ripristino della propria funzionalità articolare
quanto più vicino possibile alla condizione pre-traumatica.
La letteratura ha tra l'altro ampiamente dimostrato, come la
sintesi chirurgica precoce delle fratture ossee, diminuisce la
degenza in toto del paziente, riducendo in particolare i tempi di
allettamento, e quindi anche il l'insorgenza di tromboembolie e
di sepsi respiratorie.
In base a queste considerazioni, il paziente ad alto rischio, non
di rado viene oggi candidato a questo tipo di chirurgia
nonostante le sue condizioni generali.
Tra le patologie più ricorrenti isolate o associate che
aumentano il rischio perioperatorio un ruolo rilevante spetta a:
insufficienza respiratoria ostruttiva e restrittiva, cardiopatia
ischemica e dilatativa, diabete e obesità, insufficienza renale
ed epatica.
L'anestesia loco-regionale si pone come una valida alternativa ai
problemi che pone l'anestesia generale in questi pazienti
particolarmente critici.
Nell'ambito dell'anestesia di conduzione, l'esperienza ci
dimostra che i blocchi nervosi continui centrali e periferici,
rappresentano le metodiche più idonee a garantire un ottimale
controllo nocicettivo intra e post operatorio associato ad una
minimalizzazione delle sollecitazioni neuroendocrine e della
cascata bioumorale legata allo stress chirurgico.
Clinical report
Giunge alla nostra osservazione XY: paziente di sesso femminile
di anni 73 che presenta frattura della estremità prossimale
dell'omero sx a 3 frammenti (Neer 3).
La paziente è affetta da diabete insulino dipendente, obesità
di altissimo grado (peso 140 kg.), insufficienza respiratoria
cronica mista ostruttivo-restrittivo, cardiopatia ipertensiva ed
ipertensione di grado medio, patologia tiroidea in compenso
funzionale.
Come dato anamnestico di interesse anestesiologico, evinciamo che
in un precedente intervento chirurgico in anestesia generale, si
rilevarono serie difficoltà di intubazione O.T. per le quali si
rese necessario il risveglio della paziente.
I chirurghi ortopedici pongono indicazione alla protesi totale di
spalla, sottolineando la necessità dell'intervento e del tipo di
indicazione chirurgica finalizzata al corretto recupero
funzionale dell'arto superiore sx della paziente.
La paziente ed i sui stretti parenti vengono edotti
esaurientemente sui rischi potenziali chirurgici ed
anestesiologici legati all'intervento per la cui conduzione
prospettiamo l'utilizzo del blocco nervoso continuo del plesso
brachiale per via sopra-claveare. Si eseguono controlli ed esami
di routine.
Si posiziona catetere venoso in vena centrale giugulare int. dx ,
sia per la difficoltà all' incannulamento di vene periferiche
idonee all'intervento (obesità), per il monitoraggio della P.V.C
e per ridurre i rischi di PNX (previsti con il blocco nervoso
sopra-claveare). Si posiziona anche catetere in arteria radiale
dx per monitoraggio della P.A cruenta ed E.A.B, catetere urinario
e si monitorizza E.C.G. e SaO2.
In riferimento alla anamnesi di difficoltà di I.O.T. pregressa,
si predispongono, nonostante si sia prospettata l'anestesia
loco-regionale, gli strumenti ed i materiali individuati
attualmente come valido supporto per i problemi di I.O.T.
Si è comunque allertato il broncoscopista in merito al
potenziale problema esposto.
Nella tabella 1 sono riportati i valori relativi al V.A.S ed ai
parametri respiratori, emodinamici e bioumorali che sono stati
rilevati in tempi programmati da T0 a T4 (vedi legenda).
Si pratica 30 min. prima dell'intervento premedicazione con
midazolam (Ipnovel-Roche) in ragione di 0,05 mg/kg. I.M.+
atropina 0,01 mg/kg. I.M. Si infondono e.v. 2 gr. di cefodizime
(Modivid) come profilassi antibiotica prima del taglio cute.
Si pone la paziente in posizione semiseduta per i seguenti
motivi:
· favorire l'attività respiratoria
· consentire il rilasciamento dell'arto superiore e della spalla
verso il basso finalizzato a tendere le corde (costituite dalle
fibre del plesso brachiale) sul cavalletto rappresentato dalla
1° costa.
· posizione idonea allo stesso intervento chirurgico.
Si posiziona sondino naso faringeo collegato a fonte erogante 3
L. di O2.
Per l'esecuzione del blocco nervoso e del successivo
posizionamento del catetere, abbiamo fatto riferimento in linea
di massima ai reperi ed alla tecnica sopra-claveare di Hempel ,
Finck e Baumgartner con piccole ma a nostro avviso preziose
modifiche evinte dai lavori di F.Alemanno (ESRA -Roma ottobre
-94).
Per quanto concerne i materiali, abbiamo utilizzato agocannula 18
G ( 50 mm.) munito di catetere (Contiplex Brawn ), collegabile a
stimolatore periferico (Stimuplex Brawn) .
Previa preparazione di campo sterile e disinfezione della cute,
è stato individuato con la palpazione digitale il repere
principale costituito dalla a.succlavia al di sopra del punto di
mezzo della clavicola;
1 cm. di lato alla arteria è stato effettuato pomfo di anestesia
locale; l'ago collegato a stimolatore periferico regolato su una
intensità di stimolazione fra 0,2-0,3mV. e 2-3 Hz di frequenza,
è stato diretto in direzione della apofisi spinosa di C7 con
decorso quindi lievemante ascendente (F.Alemanno).
E' stato percepito a circa 2,5 cm. dalla cute, click di guaina e
la conferma della corretta posizione all'interno della guaina che
racchiude il fascio neurovascolare è stata offerta dalle
contrazioni sincrone di muscoli dell'arto superiore e della
spalla, evocate dalla elettrostimolazione.
Previo test di aspirazione sono stati iniettati 30ml di naropina
7,5 mg/ml (225 mg).
Dopo l'esecuzione del blocco, è stato posizionato catetere a
permanenza che è stato spinto nella guaina del plesso brachiale
per circa 3,5 cm.
L'intervento chirurgico è iniziato a T1 ed è finito a T3
(durata 2 h).
A T1 abbiamo somministrato alla paziente 50 mcg di fentanyl e.v.
per la sgradevole sensazione evocata dalla trazione dei
divaricatori chirurgici sulle strutture muscolari e legamentose
della spalla.
A T2 pur in presenza di analgesia chirurgica ottimale (vedi
V.A.S.),si è rilevata la presenza di ipertensione (P.A.
185/110), tachicardia (F.C.105/min.) e modica dispnea.
Abbiamo somministrato alla paziente 3,5 mg e.v. di midazolam
(Ipnovel-Roche) a scopo sedativo, aumentato il flusso di O2 a 4/L
e iniziato infusione in pompa di 1,5 mcg/kg/min di nitroglicerina
(venitrin), fino a stabilizzazione ottimale dei valori della P.A.
Non sono state ritenute necessarie ulteriori somministrazioni
intraoperatorie di anestetico attraverso il catetere.
A T4 cioè 30 min. dopo la fine dell'intervento, verificato
l'inizio di lieve sintomatologia algica, è stato somministrato
attraverso il catetere, e programmato ogni 8 h, bolo lento di 18
ml naropina 2mg/ml (36 mg).
Per le prime 24 h post-operatorie, la paziente è stata
monitorizzata ed osservata in terapia sub-intensiva dove sono
stati programmati controlli ematochimici ed emogasanalitici
seriati e dove ha iniziato precocemente ginnastica respiratoria.
Tre ore dopo l'intervento, previo controllo glicemico ed idonea
somministrazione di dosaggio insulinico s.c. la paziente è stata
alimentata per os.
Risultati
Il blocco nervoso del plesso brachiale per via sopraclaveare, ci
ha garantito una analgesia chirurgica del territorio di
innervazione di tutti e tre i tronchi del plesso, soddisfacente a
30 min. dall'inizio del blocco e che con il passare dei minuti è
diventata ottima.
Abbiamo assistito ad una discreta stabilità respiratoria con
E.A.B. non significativamente divergenti da quelli standard
abituali della paziente, con un miglioramento della PaO2
conseguente alla O2 terapia praticata intraoperatoriamente.
Si è registrata una crisi ipertensiva (P.A. 185/110),
controllata farmacologicamente con nitroglicerina.
Il monitoraggio degli indici ematochimici e dell'E.A.B.
perioperatorio ha messo in luce un buon controllo dei parametri
bioumorali dello stress chirurgico, con particolare riferimento
al post-operatorio durante il quale, a tal fine, si è rivelata
di grande efficacia l'analgesia garantita dall'utilizzo del
catetere.
La scelta della anestesia loco-regionale ci ha offerto la
possibilità di riportare immediatamente la paziente ad un regime
di alimentazione normale e alla assunzione dei sui usuali dosaggi
insulinici, evitando prevedibili squilibri della omeostasi
glicidica.
Discussione
Il blocco continuo del plesso brachiale per via sopraclaveare nel
caso in esame, ha rappresentato una alternativa ottimale al
rischio operatorio che l'anamnesi e la situazione clinica del
momento della paziente, facevano prevedere.
L'anestesia loco-regionale è stata preferita alla anestesia
generale, innanzi tutto in rapporto alla anamnesi di difficoltà
di intubazione O.T. rilevata in un precedente intervento, poi in
rapporto alla grave obesità ed alla insufficienza respiratoria
mista ad essa collegata per le quali erano immaginabili serie
difficoltà di ventilazione meccanica intra e post-operatoria .
L'anestesia di conduzione e la possibilità del prosieguo
analgesico garantito dal catetere, hanno garantito un buon
controllo dello stress bioumorale e l'assenza di turbe
metaboliche nonché una discreta stabilità emodinamica e
respiratoria..
Abbiamo integrato il classico approccio del plesso brachiale per
via sopraclaveare secondo Hempel, Finck e Baumgartner con piccole
varianti suggerite dai lavori di F.Alemanno e cioè la puntura
1cm. di lato all'arteria succlavia e la direzionalità dell'ago
verso l'apofisi spinosa di C7, ottenendo i seguenti vantaggi:
A. evitare il rischio di PNX e di puntura arteriosa (a.succlavia,
a. vertebrale) possibili con la tecnica di Kulenkampff, in virtù
del decorso lievemente ascendente impresso all'ago;
B. evitare i rischi di iniezione subaracnoidea possibile con la
tecnica di Winnie;
C. possibilità di non fare dislocare il catetere come avviene
con altri tipi di approccio, proprio in ragione della minima
distanza anatomica intercorrente fra la cute che ricopre il punto
di mezzo della clavicola e la guaina perineurovascolare.
L'utilizzo dello stimolatore periferico, ci ha garantito pur con
basse stimolazioni (0,2-0,3 mV.) la sicurezza della corretta
entrata nella guaina del plesso evitando la ricerca di parestesie
che comunque non sono esenti dai rischi potenziali di lesioni
strutturali, collegati al contatto fra l'ago e le fibre nervose.
Accingendoci ad operare una paziente ad alto rischio globale,
abbiamo preferito l'utilizzo della naropina ad altri A.L. per la
sua minore cardio e neurotossicità che la letteratura ha
ampiamente dimostrato .
parametri | T0 | T1 | T2 | T3 | T4 |
VAS | 5 | 2 | 0 | 0 | 1 |
FC | 85 | 113 | 92 | 80 | 95 |
FR | 24 | 25 | 22 | 20 | 23 |
PA | 160/92 | 145/85 | 130/85 | 135/93 | 145/94 |
SaO2 (%) | 90 | 96 | 96 | 97 | 95 |
PaO2 | 60 | 94 | 98 | 98 | 102 |
Glicemia mg/dl | 190 | 193 | 185 | 170 | 160 |
pH | 7.35 | 7.36 | 7.39 | 7.38 | 7.36 |
PaCO2 | 58 | 54 | 50 | 52 | 52.4 |
Legenda:
T0 = Condizioni base (30'prima dell'intervento)
T1 = 30' dopo il blocco (taglio cute)
T2 = 1 ora dopo il taglio cute (90' dopo il blocco)
T3 = Fine intervento (150'dal blocco)
T4 = 60'dalla fine dell'intervento
BIBLIOGRAFIA
1 - WinnieAP. Interscalene brachial plexus block.Anest .Analg
1970;49:455-466
2 - Ward Me.The interscalene approch to the brachial
plexus.Anaestesia 1974;29:147
3 - Wen-Hsien WU. Brachial Plexus Block.Jama 197;1215:1953.
4 - Hopcroft SC Anaesth Intensive Care 111973;1:232.
5 - P.Gauthier-Lafaye-A.Muller
6 - Anestesia Locoregionale Trattamento Del Dolore. Masson 1998
7 - Eriksson Manuale Illustrato Di Anestesia Locale. Verduci 1981
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