_______________________________________________________
ESRA 2002 Italian Chapter - Relazioni
3 - Spinal in preeclampsia outcome for mother and newborn
A.BRIZZI - Dirigente II livello Servizio di Anestesia e Rianimazione
Reparto di Ostetricia della Clinica Privata Convenzionata " S. MARIA"
BARI
Summary: When we are in a position of preeclampsia what kind of anaesthesia we have to consider to be the ideal one for a C.S. within the peripheral block ,since that in every case we have to prefer to the general anaesthesia? In the last years the AE was considered the choice technique for these kind of patients under the possibility to administer incoming doses of drugs. Recently the conclusions of different randomised studies are that the AS is also an efficient technique for these patients and rarely the hypotension is a problem, keeping in mind the improvement of the obstetric management. In fact according to this last one we can treat this kind of patients as if they were healthy patients: they are compensated both from an hemodynamic, metabolic and coagulative point of view. For these reasons the choice of the spinal or epidural anaesthesia is done according to the experience of the anaesthetist, to the patients choice and to the urgency. However we do not have to forget that, probably, the ideal AR is the technique that uses advantages of the two central block and put then in synergy to obtain the maximum results with the least drawbacks: the C.S.E technique. This is true for all pregnant patients but above all for the pregnant patients at risk both for analgesia and anaesthesia.
Key words: AR:Regional anaesthesia; AG:General anaesthesia AE:Epidural anaesthesia; AS:Spinal anaesthesia; Cearean Section; Labour Analgesia; Preecampsia.
Nel 1982 l’ ACOG ha definitivamente affermato che l’ AR riduce la
mortalità materna in corso di TC rispetto all’AG ritenendo quindi che l’anestesia
di scelta per il TC sia l’AR e l’utilizzo dell’AG dovrebbe essere limitata
alle situazioni in cui l’AR è controindicata (1).
Nell’ambito poi della AR sappiamo che quando non vi è una patologia di base
la scelta tra l’AS e AE è legata spesso all’esperienza dell’anestesista,
alla preferenza della paziente, alla più o meno rapidità di instaurarsi del
blocco, alla flessibilità di un blocco rispetto all’ altro e alla
possibilità di gestire il dolore postoperatorio.
La scelta dell’ AR rispetto all’AG diventa un pò più problematica quando
siamo in una situazione di preeclampsia.
La particolarità di queste pazienti rispetto alle pazienti gravide sane è
nella fisiopatologia caratterizzata da squilibrio della bilancia
tromboxano-prostaciclina che comporta aumento della vasocostrizione, aumento
della aggregabilità piastrinica, riduzione del flusso materno-fetale, riduzione
del volume plasmatico, piastrinopenia e nella terapia farmacologica a cui
vengono sottoposte le pazienti con preeclampsia: antipertensivi, aspirina, sali
di magnesio(3).
Tenendo conto dell’alta percentuale di complicanze dell’AG rispetto all’AR(4-5),
gran parte della letteratura, ormai da tempo, concorda nell’affermare che, se
non vi sono controindicazioni (gravi disturbi della coagulazione), l’AR è la
scelta ideale per la paziente preeclamptica sia a scopi antalgici che anestetici
(6-7) rispetto alla AG soprattutto tenendo conto del grosso ruolo che ha l’AR
nel bloccare la risposta metabolica e neuro-endocrina dello stress, senza
modificare la risposta neuroendocrina neonatale alla nascita (8). Anzi si
considera il ricorso all’AG anche nel TC d’urgenza "indice di una
pianificazione carente da parte dell’ostetrico e dell’anestesista"(6).
Ma nell’ambito dei blocchi centrali usati a scopo antalgico/anestetico cosa
scegliere per la paziente preeclamptica: l’AS o l’AE ? Diciamo subito che i
criteri di scelta tra le due tecniche ruotano intorno alla possibilità di
generare un repentino blocco del simpatico e alle strategie che possiamo
adottare per trattare tale blocco.
In una paziente sana che deve essere sottoposta a AR l’ipotensione è
prevenuta da: preload-posizione-vasocostrittori (9). In virtù di ciò che si è
detto finora negli ultimi anni l’anestesia/analgesia epidurale era considerata
la tecnica di scelta nella pz. peeclamptica (10); ciò che farebbe dell’AE la
tecnica di scelta per la preeclamptica è la possibilità rispetto alla spinale
di somministrare dosi subentranti di anestetici-analgesici senza incorrere nel
rischio di blocco simpatico repentino con i suoi inconvenienti (11)e quindi
evitare quelle manovre che risulterebbero pericolose per la preeclamptica quale
il preload e la somministrazione di efedrina ; l’uso della spinale era
controverso per via della più importante ipotensione provocata da tale blocco
alla madre con conseguente riduzione della perfusione uteroplacentare. Tutto
questo nella preeclampsia è complicato dal fatto che ci troviamo di fronte ad
una paziente ipovolemica nella quale il preload può aumentare la PVC tanto da
provocare un edema polmonare e che questa è una paziente più sensibile delle
altre all’uso dei vasocostrittori.
Recenti studi randomizzati hanno concluso invece che l’AS è una tecnica
efficiente anche per queste pazienti e che l’ipotensione è raramente un
problema (11-12-13).
Per quanto riguarda il preload tanto temuto per la preeclamptica bisogna dire
che, tenuto conto dei dubbi che riguardono l’utilità del preload nel
prevenire l’ipotensione in tutte le gravide, specialmente se si usano i
cristalloidi (14-15), nella preeclamptica in particolare gli eventuali effetti
emodinamici negativi del preload potrebbero essere bilanciati dalla maggiore
produzione di ANF tipico delle gravide in generale (16) e delle preeclamptiche
in particolare (17).Dobbiamo inoltre aggiungere che riduzioni fino al 30% della
PAS materna non comportano alcune variazioni nella emodinamica materno-fetale
(18).Per quanto riguarda l’uso dei vasocostrittori bisogna tener conto che le
preeclamptiche sono sicuramente più sensibili ai questi farmaci (19-20-21) ,ma
concordiamo perfettamente con Howell P.(22) il quale afferma che con l’introduzione
di recenti protocolli di management ostetrico della preeclamptica, la totalità
di queste pazienti sono adeguatamente vasodilatate per cui in sala operatoria o
in sala parto si comportano come pazienti sane.
Un’ultima considerazione prima delle conclusioni riguarda il fatto che queste
pazienti sono frequentemente piastrinopeniche e altrettanto frequentemente
antiaggregate (23), due situazioni che sembrerebbero controindicare l’AR.In
realtà possiamo affermare che la piastrinopenia non è quasi mai grave dal
momento che che le forme più importanti vengono adeguatamente pretrattate con
con glucocorticoidi (24) e che il trattamento con aspirina non controindica l’effettuazione
di una spinale single shot con aghi piccoli e atraumatici (25-27G Witacre,
Sprotte) (25-26). L’atteggiamento ideale sarebbe fare un’analisi oltre che
quantitativa dei vari fattori della coagulazione, piastrine comprese, anche
qualitativa della coagulazione e della fibrinolisi con l’ausilio di un esame
tromboelastografico del sangue prima della effettuazione di una AR
Riassunto: Quando siamo in una condizione di preeclampsia quale dobbiamo considerare essere l'anestesia ideale per anestesia ed analgesia nell'ambito dei blocchi periferici, sicuri come siamo che in quasi tutte le situazioni siano da preferire all'anestesia generale? Negli ultimi anni l'AE era considerata la tecnica di scelta per queste pazienti in virtù della possibilità di fare dosi subentranti di farmaci che evitano l’ipotensione: Più recentemente studi randomizzati hanno concluso che l'AS è una tecnica efficiente anche per queste pazienti e che l'ipotensione è raramente un problema, tenendo conto anche del miglioramento del management ostetrico in virtù del quale possiamo comportarci con queste pazienti come se fossero delle pazienti sane; infatti esse risultano essere compensate sia da un punto di vista emodinamico che metabolico che coagulatorio. Per questo la scelta dell'anestesia spinale o peridurale viene fatta in base all'esperienza dell'anestesista, alla preferenza della pazienti,alla più o meno urgenza. Comunque non dobbiamo dimenticare che probabilmente la tecnica di AR a cui si dovrebbe guardare è quella che sfrutta i vantaggi dei due blocchi centrali mettendoli in sinergia tra loro per ottenere il massimo dei risultati con il minimo degli inconvenienti: la C.S.E. Tale tecnica sarebbe da preferire in tutte le pazienti ma soprattuto quelle a rischio sia a scopo antalgico che anestetico
BIBLIOGRAFIA
1) Maternal and fetal medicine. American College
of Obstetricians and Gynecologists Committee on Obstetrics ACOG Committee
Opinion n 104, Washington, 1992 (reaffirmed 1998)
2) Anestesia spinale o epidurale nel T.C.? Opinioni a confronto O.
De tommaso A. Veneziani Minerva Anestesiol. 2001 Sep;67(9 Suppl 1):169-74.
Review. Italian
3) Preeclampsia: An imbalance in placental prostacyclin and tromboxane
production Walsh S.W. Am. J.O.G. 152:335-340 1985
4) Is spinal anaesthesia safe in pre-eclamptic toxaemia patients? Ahmed
SM, Khan RM, Bano S, Ajmani P, Kumar A J Indian Med Assoc 1999 May;97(5):165-8
5) Epidural compared with general anaesthesia for caesarean delivery in
conscious women Moodley J, Jjuuko G, Rout C. BJOG
2001 Apr;108(4):378-82
6)Anaesthesia for obstetrics Shneider M.
Levinson CIC Ediz. Internaz. 1996 pag.:338-344
7)Anesthesia in pregnant women with HELLP syndrome. Vigil-De
Gracia P, Silva S, Montufar C, Carrol I, De Los Rios S. RamanathanJ,VaddadiAK,Arheart
Int J Gynaecol Obstet 2001 Jul;74(1):23-7
8) Anesthetic modification of hemodynamic and neuroendocrine stress
responses to caesarean delivery in women with severe preeclampsia. Ramanathan
J, Coleman P, Sibai B. Anesth Analg 1991 Dec;73(6):772-9, -2.
9)Prevention a nd management of hypotension during spinal anaesthesia for
elective Caesarean section: a survey of practice. Burns
SM, Cowan CM, Wilkes RG. Anaesthesia 2001 Aug;56(8):794-8
10) Controversies opposer to the motion "The danger of convulsions
precludes the use of regional block for caesarean sectionin fulminating
preeclampsia" Robson SC. International Journal
of Obstetric Anesthesia 1993;2:104-5
11) Spinal anaesthesia in severe preeclampsia: time for rappraisal or
time for caution Howell P.. International Journal of
Obstetric Anesthesia 1998; 7:217-19
12) Randomized comparison of general and regional anesthesia for cesarean
delivery in pregnancies complicated by severe preeclampsia. Wallace
DH, Leveno KJ, Cunningham FG, Giesecke AH, Shearer VE, Sidawi Obstet Gynecol
1995 Aug;86(2):193- 9
13) Spinal vs epidural anaesthesia for caesarean section in
pregnancy-induced hypertension. Watson EG,Clark V A,Sharwood-Smith
G. International Journal of Obstetric Anesthesia 1999;8:85-9
14) Prehydratation and anaesthesia in obstetrics: state of the arts. Frigo
MG, Camorcia M, Capogna G, Celleno D. MinervaAnestesiol
2001Sep;67(9Suppl1):161-8
15)The effects of an increase of central blood volume before spinal
anesthesia for cesarean delivery: a qualitative systematic review Morgan
PJ, Halpern SH, Tarshis J. Anesth Analg 2001 Apr;92(4):997-100
16)Role of the atrial natriuretic factor in obstetric spinal hypotension.
Frolich MA.Moodley J, Jjuuko G, Rout C
Anesthesiology 2001 Aug;95(2):371-.Acta Anaesthesiol Scand 1988 Jan;32(1):61-6
17)Pre-eclampsia: the effect of intravenous fluid preload on atrial
natriuretic peptide secretion during caesarean section under spinal anaesthesia.
Pouta A, Karinen J, Vuolteenaho O, Laatikainen T.
Acta Anaesthesiol Scand 1996 Nov;40(10):1203-9 :
18)Maternal and uteroplacental haemodynamic state in pre-eclamptic
patients during spinal anaesthesia for Caesarean section. Karinen
J, Rasanen J, Alahuhta S, Jouppila R, Jouppila P. Br J Anaesth 1996 May;76(5):616-2
19)A dose-response study of prophylactic intravenous ephedrine for the
prevention of hypotension during spinal anesthesia for cesarean delivery. Kee
WD, Khaw KS, Lee BB, Lau TK, Gin T. Anesth Analg 2000 Jun;90(6):1390-5
20)Hemodynamic effects of simultaneous administration of intravenous
ephedrine and spinal anesthesia for cesarean delivery. Tsen
LC, Boosalis P, Segal S, Datta S, Bader AM. J Clin Anesth 2000 Aug;12(5):378-82
21)Dose of prophylactic intravenous ephedrine during spinal anesthesia
for cesarean section. Simon L, Provenchere S, de
Saint Blanquat L, Boulay G, Hamza J. J Clin Anesth 2001 Aug;13(5):366-9
22)Spinal anaesthesian severe preeclampsia: time for a reappraisal,or
time for caution? Howell P. International Journal of
Obstetric Anesthesia 1998;7:217-9
23)Coagulation studies in the preeclamptic parturient: a survey. Voulgaropoulos
DS, Palmer CM J Clin Anesth 1993 Mar-Apr;5(2):99-104
24) Maternal benefit of corticosteroid therapy in patients with HELLP (hemolysis,
elevated liver enzymes, and low platelet count) synd rome: impact on the rate of
regional anesthesia. O'Brien JM, Shumate SA,
Satchwell SL, Milligan DA, Barton JR. Am J Obstet Gynecol 2002 Mar;186(3):475-9
25) Indicacion de la anestesia spinale para la cesarea en la coagulopatia
per sindrome de HELLP Blasi A, Gomar C, Fernandez C,
Nalda MA. Rev Esp Anestesiol Reanim 1997 Feb;44(2):79-82
26) Principals and practice of obstetric anaesthesia Crawford
J.S. 5 th edition
261, 351, 362, Oxf. Black. Sc. Publ. 1984
27)"Thrombelastography: Assessment of Coagulation Abnormalities in
Preeclamptic Patients." Sharma S, Wallace D,
Sidawi E, Whitten C, Davenport M, Gambling D. Anethesia & Analgesia.
Feb. 1995, V80, No. 2S.
28) "Thrombelastography reveals two causes of haemorrhage in HELLP
syndrome." Whitta RKS, Cox DJA, Mallett SV. British
Journal of Anaesthesia. 1995:74:464-468
29)"Activated Thromboelastography: Assessment of Coagulation
Abnormalities in Preeclamptic Patients." Sharma
SK, Philip J, Wiley J, Cross S Anesth Analg.
1998;86;S387.
30) Combined spinal epidural anaesthesia: technique Rawal
N. et al Anaesthesia Clin.North America 2000;18(2):267-295
31)Epidural versus combined spinal epidural block for cesarean section. Rawal
N, Schollin J, Wesstrom G Acta Anaesthesiol Scand 1988 Jan;32(1):61-6
32)A survey of anaesthetic techniques used for caesarean section in the
UK in 1997. Shibli KU, Russel IF. International
Journal of Obstetric Anaesthesia 2000; 9:160-67
33)Comparison of combined spinal epidural anesthesia and epidural
anesthesia forcesarean section. Choi DH, Kim JA,
Chung IS. 1: BJOG 2001 Apr;108(4):378-82 Acta Anaesthesiol Scand 2000 Feb;44(2):214-9
34) Combined spinal and epidural anesthesia with low doses of intrathecal
bupivacaine in women with severe preeclampsia: a preliminary report Ramanathan
J Vaddadi AK Arheart KL. Reg Anesth Pain Med 2001 Jan-Feb;26(1):46-51
35) Accidental dural puncture in UK obstetric practice Gleeson
C, Scrutton,Reynolds International Monitor 1997; 9(3):124
36)Neurological complications in obstetric regional anaesthesia. Loo
CC, Dahlgren G, Irestesdt L International Journal of Obstetric Anesthesia. 2000;
9:111
37)Practice Guidelines for Obstetrical Anesthesia American
Society of Anesthesiologists Task Force for Obstetrical Anesthesia.
Anesthesiology 1999; 90:600-11.
L’anestesia / analgesia epidurale non ha una comprovata efficacia in
termini di costo/beneficio negli interventi di rivascolarizzazione miocardica.
Marco Ranucci Primario Servizio di Anestesia Cardiotoracica – Istituto
Policlinico S. Donato - Milano
A partire dagli anni novanta si è iniziato a proporre l’uso di tecniche di
anestesia / analgesia epidurale (EAA) toracica continua in corso di interventi
di rivascolarizzazione miocardica con o senza bypass cardiopolmonare (CPB). Alla
base di questa tecnica esiste l’ipotesi che essa possa migliorare l’outcome
dei pazienti, attraverso (a) un miglior controllo dei parametri emodinamici, in
particolare grazie ad una inibizione del sistema simpatico (1,2); (b) un
miglioramento della funzionalità polmonare (3,); (c) un miglior controllo del
dolore postoperatorio (3-5) e (d) una più precoce ripresa della deambulazione
con diminuzione degli eventi tromboembolici (6,7).
Questi effetti derivano da una diminuzione dei segnali dolorifici afferenti, da
una dimuita risposta adrenergica, da una vasodiltazione coronarica, da una
miglior funzionalità diaframmatica, e possono a buon diritto essere considerati
favorevoli in un paziente sottoposto a chirurgia coronarica.
D’altronde, la presenza di quadri di scoagulazione spinta durante l’intervento
(sia esso con o senza CPB), ha sollevato perplessità riguardo al potenziale
rischio di formazione di ematomi epidurali, che si possono verificare nel
postoperatorio cardiochirurgico anche in assenza di un diretto traumatismo della
zona perimidollare (8,9).
In presenza di qualsiasi tecnica non indispensabile per lo svolgimento di un
gesto chirurgico, l’approccio più corretto è quello di valutare i benefici
accertati e di confrontarli con i rischi potenziali. Seguendo questa linea di
condotta, è possibile analizzare una vasta serie di lavori clinici pubblicati
negli ultimi anni.
1. Benefici accertati
(a) Controllo della reazione adrenergica e vasodilatazione coronarica
E’ sicuramente accertato che l’analgesia epidurale offre dei benefici
nei pazienti con angina instabile: la modulazione dei segnali nocicettivi a
livello del sistema simpatico è stata proposta con successo anche in termini di
stimolazione midollare elettrica in questi pazienti. Anche in ambito
cardiochirurgico, è stato dimostrato un effetto positivo
(b) Miglioramento della funzionalità polmonare
Le complicanze polmonari postoperatorie in cardiochirurgia hanno per decenni
rappresentato un’eventualità frequente e temibile (il "pump lung").
Oggi, almeno nella popolazione adulta, grazie al miglioramento delle tecniche di
CPB, esse presentano un incidenza più ridotta (5%) e hanno caratteristiche di
minor gravità. E’ sicuramente accertato che l’AEE migliora la funzionalità
respiratoria negli interventi addominali alti, ma il quadro è meno univoco in
cardiochirurgia. Tenling e coll (12) hanno dimostrato che l’AEE riduce i tempi
di intubazione ma non la degenza postoperatoria; nel loro lavoro, inoltre, non
hanno potuto verificare alcun miglioramento dello shunt intrapolmonare e dei
parametri di ossigenazione, nè alcuna differenza in termini di formazione di
atelettasie nei pazienti trattati con EAA. Priestley e coll (13) hanno
confermato gli stessi risultati, dimostrando tempi di ventilazione meccanica
inferiori ma nessuna differenza in termini di parametri spirometrici,
radiografici, nè nella incidenza di infarto miocardico o ischemia. I tempi di
intubazione sono stati comunque di circa 4 ore, non inferiori quindi a quelli
riportati in numerosi studi finalizzati ad una "early extubation" in
cui non veniva utilizzata l’AEE.
Esistono sicuramente studi con differenti risultati, in cui si dimostra un
miglioramento della funzionalità polmonare (14), ma occorre comunque ricordare
che l’impatto del dolore postoperatorio sulla funzionalità polmonare
conseguente a sternotomia è sicuramente meno evidente di quanto avviene in caso
di toracotomia o incisione addominale alta. Recentemente, uno studio prospettico
(11) su 60 pazienti ha dimostrato che i pazienti sottoposti ad AEE per
interventi di rivascolarizzazione coronarica avevano tempi di intubazione, di
degenza in terapia intensiva e di degenza ospedaliera sovrapponibili al gruppo
di controllo. Allo stato attuale, non esiste pertanto evidenza di un migliore
outcome postoperatorio legato all’ AEE.
(c) Controllo del dolore postoperatorio
Anche in questo caso, accanto a studi che dimostrano un miglior controllo
del dolore postoperatorio associato all’uso di AEE, esistono lavori (14) che
dimostrano valori di VAS sovrapponibili al gruppo di controllo, e soprattutto
nessuna differenza nella necessità di somministrazione di oppioidi. Considerata
la relativamente limitata componente algica presente nelle sternotomie, ci
sentiamo di concordare con Castellano e Durbin (15) i quali affermano che
"...la maggior parte dei pazienti cardiochirurgici sono gestibili con
minime dosi di narcotici e non richiedono un’analgesia epidurale toracica per
il controllo del dolore..."
2. Rischi potenziali
I sostenitori dell’ AAE in cardiochirurgia ritengono che, malgrado la
presenza di una scoagulazione sistemica, il rischio di ematoma epidurale non sia
superiore a quello stimato per le altre chirurgie, purchè naturalmente ci si
attenga ad un protocollo rigido. Questo protocollo include l’inserzione del
catetere il giorno prima della procedura, la limitazione del numero di
tentativi, la sospensione della procedura in caso di sanguinamento dall’ago
epidurale.
Posporre un intervento di rivascolarizzazione coronarica introduce di per sè un
fattore di rischio legato alla possibilità che intervengano fatti coronarici
acuti successivamente al tentativo di inserzione del catetere e prima dell’intervento.
Inoltre, fatto assai interessante, una vasta analisi dei protocolli seguiti in
tutto il mondo (16) ha dimostrato che molti anestesisti in effetti inseriscono
il catetere subito prima o addirittura dopo l’induzione dell’anestesia e,
soprattutto, che oltre l’80% degli anestesisti continua la procedura
chirurgica anche in caso di sanguinamento dall’ago epidurale. Pertanto, allo
stato attuale, non esiste un reale protocollo di sicurezza applicato in modo
sistematico.
L’osservazione comune tra i sostenitori dell’ AAE in cardiochirurgia è che
a tutt’oggi non è stato pubblicato alcun caso di ematoma epidurale in
pazienti trattati con questa tecnica per interventi di rivascolarizzazione
coronarica. Questo dato ha però una dubbia affidabilità, poichè è senz’altro
nota la reticenza a pubblicizzare le proprie complicanze, soprattutto se esse
sono gravi e suscettibili di sequele medico-legali. Molto più solida appare l’analisi
statistica di Ho e coll (17), che hanno stimato, con un modello matematico, un
rischio minimo di un caso ogni 150.000 (pari al rischio connesso con ogni
puntura epidurale) ed un rischio massimo al 95% dell’intervallo di confidenza
pari ad un caso ogni 1500, che sale ad un caso ogni 1000 al 99% dell’intervallo
di confidenza.
E’ sicuramente difficile valutare il rischio reale di una complicanza che,
comunque, è da considerarsi estremamente pericolosa. Per una volta, i dati più
suggestivi ci vengono dai files legali piuttosto che da quelli medici. Esiste un
registro di cause legali chiuse mantenuto dall’ American Association of
Anesthesiologists (Closed Claims Project Database) che fornisce alcune
indicazioni preziose. Un survey sui danni neurologici dovuti all’anestesia
(18), basato sulle cause di risarcimento ultimate, dimostra che negli anni ’70
e prima metà degli ’80 la maggior parte dei risarcimenti riguardava danni al
nervo ulnare o al plesso brachiale. Nella seconda metà degli anni ’80 i danni
midollari hanno raggiunto quelli periferici. Negli anni ’90 i danni midollari
hanno rappresentato la prima causa di risarcimento tra i danni neurologici, con
un risarcimento medio di oltre 250.000 $. Analizzando più in dettaglio questi
dati relativi agli anni ’90 (19), il 13% delle cause chiuse con risarcimento
relative a complicanze dell’anestesia regionale è rappresentato da ematomi
epidurali in corso di EAA per interventi chirurgici. L’aspetto più
interessante di questa analisi è che nella maggioranza (75%) dei casi di
ematoma epidurale risultante in paraplegia, era presente una associazione con
eparinizzazione sistemica, mentre solo nel 25% dei casi non era presente alcuna
anticoagulazione. Non è possibile risalire con certezza agli interventi
chirurgici in cui si è verificato questo fatto, ma è inconfutabile che la
scoagulazione sistemica rappresenta un fattore di rischio primario, tale da
portare, in ambiente cardiochirurgico, il rischio potenziale verso i valori
massimi ipotizzati.
Conclusioni
Allo stato attuale delle conoscenze, non esiste, in termini di "evidence
based medicine", la prova che l’AAE migliori in nessun senso l’outcome
dei pazienti sottoposti a rivascolarizzazione coronarica. Poichè si tratta
comunque di una tecnica non indispensabile, che richiede tempo e che può
risultare in un ritardo nell’esecuzione dell’intervento, e che infine può
provocare complicanze sicuramente rare ma potenzialmente estremamente
pericolose, la sua pratica non può essere consigliata fino a quando non sarà
disponibile un largo studio randomizzato che ne comprovi l’efficacia.
Bibliografia
1. Kock M, Blomberg S, Emanuelsson H, et al. Thoracic epidural anesthesia
improves global and regional left ventricular function during stress-induced
myocardial ischemia in patients with coronary artery disease. Anesth Analg 71:
625-630, 1990.
2. Kirno K, Friberg P, Grzegorczyk A, et al. Thoracic epidural anesthesia during
coronary artery bypass surgery: Effects on cardiac sympathetic activity,
myocardial blood flow and metabolism, and central hemodynamics. Anesth Analg 79;
1075-81, 1994.
3. Cuschiere R, Moran C, Howie J, McArdle C. Postoperative pain and pulmonary
complications: Comparison of three analgesic regimens. Br J Surg 72: 495-8,
1985.
4. El-Baz N, Goldin M. Continuous epidural infusion of morphine for pain relief
after cardiac operations. J Thorac Cardiovasc Surg 93: 878-83, 1987.
5. Liem T, Hasenbos M, Booij L, Gielen M. Coronary artery bypass grafting using
two different anesthetic techniques: Part 2. Postoperative outcome. J
Cardiothorac Vasc Anesth 6: 156-61, 1992.
6. Tuman K, MCCarthy R, March R, et al. Effects of epidural anesthesia and
analgesia on coagulation and outcome after major vascular surgery. Anesth Analg
73: 696-704, 1991
7. Rosenfeld B, Beattie C, Christopherson R, et al. The effects of different
anesthetic regimens on fibrinolysis and the development of postoperative
arterial thrombosis. Anesthesiology 79: 435-43, 1993.
8. Imanaka K, Kyo S, Yokote Y, Asano H, Tanabe H, Ohuchi H. Paraplegia due to
acute spinal epidural hematoma after routine cardiac surgery. Intensive Care Med
6: 826, 2000.
9. Nakaya M, Kawazoe K, Ohara K, et al. A case report of spinal epidural
hematoma complicated after heart surgery. J Jpn Assoc Thorac Surg 40: 1764-6,
1992.
10. Wallace A, Layug B, Tateo I, Li J, Hollenberg M, Browner W, Miller D,
Mangano DT. Prophylactic atenolol reduces postoperative myocardial ischemia.
McSPI Research Group. Anesthesiology 88: 7-17, 1998.
11. Fillinger MP, Yeager MP, Dodds TM, Fillinger MF, Whalen KP, Glass DD.
Epidural anesthesia and analgesia: effects on recovery from cardiac surgery. J
Cardiothorac Vasc Anesth 16: 15-20, 2002.
12. Tenling A, Joachimsson P-O, Tyden H, Wegenius G, Hedenstierna G. Thoracic
epidural anesthesia as an adjunct to general anesthesia for cardiac surgery:
effects on ventilation-perfusion relationships. J Cardiothorac Vasc Anesth 13:
258-64, 1999
13. Priestley MC, Cope L, Halliwell R, Gibson P, et al. Thoracic epidural
anesthesia for cardiac surgery: the effects on tracheal intubation time and
lenght of hospital stay. Anesth Analg 94: 275-82, 2002.
14. Stenseth RB, Berg EM, Christensen O, et al. Effects of thoracic epidural
analgesia on pulmonary function after coronary artery bypass surgery. Eur J
Cardiothorac Surg 10: 859-65, 1996.
15. Castellano JM, Durbin CG. Epidural analgesia and cardiac surgery: worth the
risk? Chest 117: 305-7, 2000.
16. Goldstein S, Dean D, Se Jun Kim BS, et al. A survey of spinal and epidural
techniques in adult cardiac surgery. J Cardiothorac Vasc Anesth 15: 158-168,
2001.
17. Ho AM, Chung DC, Joynt LM. Neuraxial blockade and hematoma in cardiac
surgery. Estimating the risk of a rare adverse event that has not (yet) occurred.
Chest 117: 551-555, 2000.
18. Cheney FW, Domino KB, Caplan RA, Posner KL. Nerve injury associated with
anesthesia. A closed claim analysis. Anesthesiology 90: 1062-9, 1999.
19. Cheney FW. High-severity injuries associated with regional anesthesia in the
1990s. ASA Newsletter 65: 6-8, 2001.
Informazioni sulla rivista
ESIA-Italia
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY and CRITICAL CARE MEDICINE - Italia
costituisce la parte Italiana della versione Americana, pubblicata su Internet
da Keith J Ruskin, Professore di Anestesia alla Università di Yale. I lavori
saranno accettati sia in lingua Italiana che Inglese. In quelli di lingua
Italiana un corposo riassunto in Inglese verrà preparato dalla redazione,
qualora l'autore non fosse in grado di fornirlo. A cura della redazione sarà
inoltre la traduzione in Italiano dei manoscritti inviati in lingua Inglese. La
rivista sarà inviata gratuitamente a tutti quelli che ne faranno richiesta,
inviando il seguente messaggio "Desidero ricevere ESIA versione
italiana" indirizzato a LANZA@UNIPA.IT
La rivista pubblica rewiews e lavori originali
compiuti nei campi dell'anestesia e della medicina critica. I lavori originali
riguardano ricerche cliniche, di laboratorio e la presentazione di casi clinici.
Le reviews includono argomenti per l'Educazione Medica Continua (EMC), articoli
di revisione generale o riguardanti le attrezzature tecniche. ESIA pubblica le
lettere all'Editore contenenti commenti su articoli precedentemente publicati ed
anche brevi comunicazioni. La guida per gli autori può essere consultata
collegandosi al sito ANESTIT all'indirizzo: http://anestit.unipa.it/
utilizzando la sezione riservata ad ESIA-Italia; oppure
può essere richiesta inviando un messaggio a lanza@unipa.it
EDUCATIONAL SYNOPSES IN ANESTHESIOLOGY and
CRITICAL CARE MEDICINE Sezione Italiana
Il numero della rivista è anche ottenibile
attraverso World-WideWeb WWW: l'URL per questo numero di ESIA è: http://anestit.unipa.it/esiait/esit0202.txt
Il nome della rivista è esitaamm, dove aa è l'anno
ed mm il mese (per esempio questo numero è esit0202.txt)
LA REDAZIONE DI ESIA ITALIA
DIRETTORE: Vincenzo LANZA
Primario del Servizio d'Anestesia e Rianimazione Ospedale Buccheri La Ferla
Fatebenefratelli Palermo LANZA@UNIPA.IT
Terapia Intensiva
Antonio Braschi
Primario del Servizio d'Anestesia e Rianimazione 1 - Policlinico S. Matteo -
IRCCS Pavia
Anestesia Cardiovascolare
Riccardo Campodonico
Responsabile dell'Unità di Terapia Intensiva Cardiochirurgica - Azienda
Ospedaliera di Parma ricrob@mbox.vol.it
Anestesia e malattie epatiche
Andrea De Gasperi
Gruppo trapianti epatici / CCM - Ospedale Niguarda - Milano
Medicina critica e dell'emergenza
Antonio Gullo
Professore di Terapia Intensiva - Direttore del Dipartimento di Anestesia e
Terapia Intensiva -Università di Trieste
Anestesia ed informatica
Vincenzo Lanza
Primario del Servizio d'Anestesia e Rianimazione - Ospedale Buccheri La
Ferla Fatebenefratelli - Palermo
Tossicologia
Carlo Locatelli
Direttore del Centro di Informazione Tossicologica Centro antiveleni di
Pavia - Fondazione Scientifica "Salvatore Maugeri Clinica del Lavoro e
della Riabilitazione"- Pavia
Terapia Antalgica e Cure Palliative
Sebastiano Mercadante
Responsabile dell' Unità d'Anestesia e di Terapia del Dolore e Cure
Palliative - Dipartimento Oncologico La Maddalena - Palermo terapiadeldolore@la-maddalena.it